San Benedetto Ullano. Identità, riabitare i territori con occhi diversi: il messaggio del corto Me Shëndet

Se c’è oggi una sfida non solo salvifica ma strategica per restituire al Sud ed alla Calabria in particolare la propria autonomia di pensiero e di azione è quella del recupero intelligente e creativo, sociale ed economico, appassionato ed anche provocatorio se necessario, del grande patrimonio identitario dell’entroterra e dei borghi autentici di questa terra complicata. Il ritorno manageriale delle nuove generazioni nei luoghi di origine, con il loro contributo intellettuale ed imprenditoriale, può e deve restituire a tutti, dalla governance pubblica locale alla rete associativa e culturale, quel valore aggiunto necessario anzi tutto per resistere; ma anche e soprattutto per restare costruendo e condividendo energie positive, progettualità, visioni e percorsi di sviluppo finalmente durevole ed eco-sostenibile, investendo sull’identità distintiva, ma anche su accoglienza, multiculturalità e qualità della vita. Uno sforzo ed una missione per nulla impossibile, interpretata oggi con estro da tanti giovani professionisti che hanno deciso di vivere e lavorare a queste latitudini e che può e deve incontrare finalmente nelle istituzioni locali e nelle cittadinanze lo stimolo ed il sostegno più forte per dimostrare, qui e fuori, che i territori, anche e soprattutto quelli a rischio spopolamento o isolamento, possono e dovranno essere riabitati con occhi diversi.

 

È stato, questo, il messaggio probabilmente più forte emerso, condiviso e lanciato da tutti i protagonisti del riuscitissimo evento di presentazione ufficiale del corto  Me Shëndet (Con salute), commissionato dall’Amministrazione Comunale di San Benedetto Ullano guidata dal Sindaco Rosaria Capparelli, co-prodotto dall’agenzia Imbrogno Comunicazione di Cosenza e rientrante nel più ampio progetto Arte e Cultura Arbëreschë 2020 – 2021, finanziato dalla Regione Calabria nell’ambito dei contributi per la tutela e la valorizzazione delle lingue e del patrimonio culturale delle minoranze linguistiche e storiche della Calabria.

 

All’evento, ospitato in una gremita piazza Corsini nel cuore della piccola comunità italo-albanese e coordinato dalla giornalista Raffaella Salamina, insieme al Primo Cittadino e Sergio Crocco fondatore dell’associazione la Terra di Piero (e che insieme ad Andrea Solano ha offerto una sua partecipazione al film), intermezzati da performance artistiche e musicali, interventi, monologhi e momenti di approfondimento ispirati ai contenuti ed allo spirito del corto, sono intervenuti anche i registi Marco Caputo e Davide Imbrogno che del film ha firmato anche la sceneggiatura. La nostra e quelli di tanti altri giovani di questa terra – hanno scandito i due professionisti della comunicazione – è creatività ed energia a sostegno dello sviluppo locale.

 

Nel cast del corto sono presenti Raffaella Reda, Alessandro Castriota Scanderbeg e Josh Gaspero, scrittore ed editore statunitense di fama internazionale. Intorno a loro si muove un cast tecnico prettamente calabrese, professionisti che vantano esperienze nel settore in ambito nazionale e internazionale.

 

Il contesto è quello fornito dai tratti distintivi della cultura arbëreshë, nell’architettura del borgo, nei ricchi e preziosi costumi d’epoca, nei riti e nelle tradizioni bizantine che si rinnovano di generazione in generazione, con un’attenzione e luce nuova anche sui cosiddetti marcatori identitari distintivi (MID), quali strumento di marketing territoriale, come l’ormai celebre tritone alpino (Triturus Alpestris Inexpectatus), rarissimo anfibio preistorico che da millenni popola lo specchio d’acqua del Laghicello circondato dai faggeti secolari nel territorio di San Benedetto Ullano e che per la prima volta in assoluto diventa, in  Me Shëndet, attore protagonista di un corto promozionale ed esempio replicabile e virtuoso per progetti di cine-turismO.

COMUNICATO STAMPA

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