Noi con Salvini: “Meglio la beneficenza che la falsa accoglienza”

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Replicando alla nota stampa diffusa ieri, 25 agosto, da Sinistra Italiana, il Direttivo di Noi con Salvini Rossano nella persona di Egidio Perri ha dichiarato che “viene difficile dare oggi retta e risalto al passato della brutta politica rossanese di sinistra, che trova un filo di fiato nell’anonimato da cui prova a uscire. Saremo telegrafici ma ci sono cose che richiedono delle puntualizzazioni. A quanto pare dalle parti di Sinistra Italiana si deve aver toccato qualche nervo scoperto e si presume abbiano la cosiddetta coda di paglia, poiché nessuno li ha citati da nessuna parte, in nessun contesto e/o comunicato. Gli stessi, hanno voluto replicarci cogliendo l’occasione per farsi notare. Ad oggi infatti, di queste sigle, sottosigle e anonimi politicanti forse del passato, non se ne conosceva più l’esistenza. Consigliamo agli stessi firmatari di andare a farsi un giro/inchiesta per l’Italia, su cosa è l’accoglienza e come viene interpretata. Della delinquenza e delle violenze che si riscontrano giornalmente in maniera esponenziale. A fronte di tanto buonismo e moralismo, mi chiedo e ci chiediamo spesso, perché a oggi nessuno di questi, compresi da oggi i due soggetti firmatari, abbiano ancora accolto nelle proprie case e a proprie spese un solo clandestino? Lo faranno appena sarà in vigore una legge che “rimborsi” l’accoglienza di un clandestino a casa propria? Perché devono far imporre e far gravare, dietro la malapolitica di finto buonismo e moralismo, le spese di questa falsa accoglienza agli italiani? Tantissimi sono i casi di italiani che non hanno casa e molte difficoltà economiche, e come oggi anche per accadimenti del passato, gli italiani per calamità naturali vivono nelle tendopoli e/o container da mezzo secolo!
Invito inoltre i suddetti a visionare tutti i progetti SPRAR, nei quali non si hanno casi di integrazione di nessun tipo, ma solo guadagni per le associazioni e/o le cooperative che li presentano, in quanto in tutti i centri di accoglienza c’è solo un via vai continuo di clandestini. E se questi non si fermano in una cittadina, tramite struttura che li accoglie a lungo termine, come si possono integrare? Come si può, chiedo ancora, costruire posti di lavoro sulla clandestinità e quindi sulla illegalità? Quanto guadagna un operatore che “lavora” in una struttura che fa business sui clandestini?  A fronte di che tipo di lavoro? Che diritti hanno in ambito lavorativo?”

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