Rossano, Stefano Mascaro: “Non sono attaccato alla poltrona”

mascaro-firmaAll’indomani della firma da lui apposta al patto di dimissioni dalla carica di consigliere in caso di sconfitta elettorale, Stefano Mascaro commenta l’assenza dei suoi colleghi all’incontro svoltosi ieri pomeriggio, 27 maggio, nella sala dell’ex delegazione comunale.
“Ho firmato al buio, in solitaria, ho compiuto una atto di responsabilità e di rinnovamento perché IO non sono attaccato alla poltrona sempre e comunque. Intendo la politica come servizio, ascolto della gente e non come strumento di visibilità personale o professionale. Per questo ho deciso di firmare questo patto oggi, senza sapere chi domani prenderà il mio posto. Rossano merita una classe politica nuova perché in questi anni ha subito troppi scippi e privazioni a causa di un governo e di governanti che non hanno saputo fare il proprio ruolo. E’ ora di rinnovarsi! Perché c’è gente che è stata più in consiglio comunale che a casa!   Sono dispiaciuto che nessuno dei miei colleghi abbia colto il mio invito o che peggio qualcuno abbia fatto finta di non capire. Questa è la prova che l’autoreferenzialità, l’attaccamento alla poltrona a tutti i costi sono più forti del bene comune!
Secondo la prassi, la carriera politica va fatta in ascesa non di ritorni. Rossano non merita di riavere gente che ha militato in politica da decenni, Giuseppe Caputo e Tonino Caracciolo dagli anni ’70, Ernesto Rapani ed Giuseppe Antoniotti dagli anni ’90  ricoprendo diversi ruoli di governo, io non ho mai avuto incarichi di governo. Se è vero che le loro liste sono fatte di persone  nuove, giovani e con esperienza, allora perché non sottoscrivere il patto per lasciargli spazio?!
La cosa che mi colpisce è l’assenza dei due candidati giovani Stanislao Acri, Movimento Cinque Stelle e Flavio Stasi, Rossano Pulita. Li avevo invitati per conoscenza sottolineando sin da subito che la mia proposta era rivolta solo a Caputo, Caracciolo, Antoniotti e Rapani e non a loro in quanto alla prima esperienza politica. La loro assenza mi fa capire che probabilmente le nuove leve politiche assomigliano alle vecchie e che anche per loro la conquista di una poltrona in consiglio è più importante del dibattito e del confronto”.

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