Rossano, il professor Sapia saluta il Codex

Giovanni sapia

di SAMANTHA TARANTINO

Ci sono figli che alla propria terra sono legati da un cordone inscindibile, di quelli che il proprio nome è così ben amalgamato con la propria città di origine tanto da formare un tutt’uno. Così è il professor Giovanni Sapia e la sua amata Rossano. Severo e affettuoso allo stesso tempo, lo si immagina il professore che parla ai suoi concittadini, quasi a svegliarla e ricordarle dei fasti dei tempi che furono. Lui che di Rossano conosce ogni anfratto, ogni segreto di una storia indimenticabile, non poteva esimersi dal salutare il figlio più illustre della città bizantina: il Codex Purpureus. «Torna di seconda corona redinito – introduce il preside Sapia – avendo aggiunto alla sua interiore essenza di bene universale la sanzione ufficiale del più alto protocollo politico del continente europeo». Queste le parole che il preside Sapia ha usato per introdurre il messaggio di Auguri dell’Università Popolare “Ida Montalti Sapia” da lui fondata rivolto alla cittadinanza. «L’Università popolare che l’ha sempre servito con l’affettuoso e vigile impegno della parola e dell’opera, recentissimamente con le fatiche letterarie di due suoi membri direttivi, ha in preparazione un Catechismo del Codice per tutte le famiglie». Un κατηχισμός (dal greco katechéo), un’istruzione orale e fondamentale per comprendere il bene sacro. «Torna integro di forza e bellezza, dopo una lunga degenza in officine di alta specializzazione, nella sua propria e riordinata dimora – continua il prof riferendosi al lungo e accurato restauro a cui il Codex è stato sottoposto a Roma e alla nuovissima teca nell’ala Museo del Codex. «L’università Popolare saluta con gioia l’evento; addita alla pubblica riconoscenza i due presuli che lo hanno, ciascuno per la sua parte, determinato: S. Ecc. Santo Marcianò, che con felice intuito ne ha tenacemente costruito le premesse, e S. Ecc. Giuseppe Satriano, che ne ha raccolto  e perfezionato l’eredità sino a questa festa del ritorno; ricorda a se stessa e alla cittadinanza tutta che la legittima fierezza del possesso di tanto bene è connessa alla coscienza di responsabilità e ruoli, singoli e collettivi, nella custodia, difesa, intelligenza, divulgazione dei lavori che lo fondano; che questi valori, altamente proclamati dal suo contenuto evangelico, sono la giustizia e la carità, con le loro implicazioni principali: il dovere personale e la concordia civile, virtù non troppo onorate in questa società dell’utile proprio e perciò discorde e rissosa.
Che – continuano le profonde parole del preside Sapia – anche il vantaggio economico legittimamente connesso al potere turistico di tanto tesoro, è regolato da un codice etico dell’accoglienza che ripudia il profitto ad oltranza e prescrive l’onestà, l’equità, la misura, non senza il condimento del garbo, della gentilezza, della generosità, strumenti che hanno determinato la fortuna di luoghi turistici finitimi alla nostra regione e lontani da noi. È, in definitiva, necessario – questo è il messaggio dell’Università Popolare – che la Città del Codice, per esserne degna, sappia proporsi anche come modello di moralità e di civiltà».

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