Rossano narrata nel 1796, racconto di Martino A. Rizzo

«Città Arcivescovile nella Provincia di Cosenza, situata sopra un’alta collina sassosa cinta da profondi precipizi, d’aria salubre nella distanza di tre miglia dal Mar Jonio di quaranta dalla Città di Cosenza, e sotto il grado quarantesimo in circa di latitudine settentrionale e trentesimo quarto e minuti trenta di longitudine, che si appartiene con titolo di Principato alla Famiglia Borghese di Roma. Questa Città, secondo lo Scrittore Gabriele Barrio, riconosce per suoi primi fondatori gli Enotri. Secondo poi Procopio ella fu edificata da’ Romani, i quali vi dedussero una Colonia. Decaduto l’Imperia Romano, la Città di Rossano soggiacque alla comune sciagura di tutte le Città d’Italia, allorché Totila Re de’ Goti la prese per assalto, e troncò le mani, ed i virili al Comandante della Fortezza, per non essersi prima arreso, siccome avea pattuito. Finalmente dopo d’essere stata signoreggiata da varie illustri Famiglie, quali furono Marzano, Aldobrandino, passò alla Casa Borghese, la quale seguita ad esserne in possesso. Si ammirano in questa Città un sontuoso Duomo tutto vestito di finissimi marmi (quindi già nel 1796 la Cattedrale era sontuosa e ricca di marmi), il quale viene ufiziato da ventiquattro Canonici; quattordici Parrocchie di mediocre struttura (San Domenico, San Bernardino, San Nilo, Santa Maria della Rocca, San Pietro, San Biagio, San Martino, San Giovanni di Dio, San Giacomo, Santa Trinità in Piazza Steri, San Marco, San Michele Arcangelo di Codigno, …? ); due Monisteri di Monache di clausura (Santa Chiara e Santa Maria Maddalena in Piazza Santi Anargiri); sette Conventi di Regolari, il primo de’ Padri Basiliani nella distanza di due miglia in circa dalla Città (il Patire), il secondo de’ Domenicani (San Domenico), il terzo di San Giovanni di Dio (all’Annunziata), il quarto de’ Minimi di San Francesco da Paola (il Seminario), il quinto de’ Conventuali (Sant’Antonio), il sesto de’ Riformati (San Bernardino), ed il settimo de’ Cappuccini (Santa Maria di Costantinopoli ex Ospedale); quattro Confraternite Laicali sotto i titoli dell’Annunciata (a Celadi), del Rosario (a San Domenico), della Vergine de’ Sette Dolori (Addolorata), e di San Marco Evangelista (a San Marco); uno Spedalo per ricovero degl’ infermi poveri (in Piazza Steri a fianco della Chiesa della Santa Trinità .. ?); due Monti di Pietà per varie Opere pie; un Sedile con distinzione di Ceto (il Consiglio Comunale dell’epoca dove sedevano i nobili e gli onorati); vari sontuosi edifizi; ed un Seminario Diocesano capace di molti Alunni, e fornito di tutte le scienze necessarie all’istruzione della gioventù. Le produzioni del suo territorio sono grani, legumi, frutti, vini, oli, gelsi per seta, pascoli per greggi; e ne’ suoi contorni vi sono varie erbe medicinali, le principali delle quali sono il dittamo, l’anonide, il centauro, l’oleandro, il zafferano selvatico, la manna, ed il terebinto.

La sua popolazione ascende a settemila e duecento sotto la cura spirituale del Capitolo e di vari Parrochi.

Questa stessa Città vanta d’essere stata patria di San Nilo Abate dell’Ordine di San Basilio, del Pontefice Giovanni VII, il quale fiorì nella fine del settimo Secolo, e principio dell’ottavo; del Filosofo, e Medico Mario Paramato (che pubblicò i trattati “De angina pectoris” e il “De potu frigido” che presentava un efficace farmaco antinefritico: «Multi a dolore nefritico liberati sunt potione aqua gelida»); del Giureconsulto Leonardo de Amarellis; e del Poeta Angelo Greco.

In questa stessa Città vi è stata un’Accademia rinomata sotto il titolo degli Spensierati, e della quale fa lodevole menzione il Gimma nella sua Opera degli uomini illustri, in cui rapporta d’essere stato il Principe di essa Accademia Cammillo Toscano verso la fine del XV. Secolo. Questo Patrizio di Rossano ha lasciati molti Manuscritti, i quali tra poco si daranno alla luce dal suo discendente Giuseppe Toscano noto nella Repubblica Letteraria per la sua celebre Opera pubblicata in sette Tomi, e che porta il titolo de Causis Romani Juris, ove sviluppa le variazioni del Diritto Romano, che ha avuto sotto le varie vicende del Governo. La medesima Città comprende sotto la sua giurisdizione Arcivescovile venti luoghi, i quali sono 1. Bacchigliano, o sia Bacchiglieri, 2. Campana, 3. Cropalari, 4. Caloveti, 5, Calopeazzati, 6. Crosia, 7. Corigliano, 8. Longobucco, 9. Mandatorizzo, 10. Macchia, 11. Paludi, 12. Pietrapaola, 13. Spezzano, 14. San Cosimo, 15. San Demetrio, 16. San Giorgio, 17. San Lorenzo, 18. Tarsia, 19. Terranova, 20. Vaccarizzo; ciascuno de’ quali distintamente sarà descritto a suo proprio luogo»*.

*da Francesco Sacco, Dizionario geografico Istorico Fisico del Regno di Napoli, Napoli 1796. Gli incisi nelle parentesi, non di Sacco, sono delle note aggiunte. Tutto il Dizionario è consultabile su: https://anticabibliotecacoriglianorossano.it/libri-giornali-articoli/libri/altri/

 

Martino A. Rizzo 

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a

Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica

sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato

il romanzo Le tentazioni della

politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri

del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito

www.anticabibliotecacoriglianorossano.it.  Nel 2019 ha curato la pubblicazione

dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,

Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,

Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.

Da fotografo dilettante cerca di cogliere

con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio

e le sue foto sono state pubblicate anche nel volume di poesie

su Rossano Se chiudo gli occhi di Grazia Greco.

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