Rossano, montagna in mano alla delinquenza

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ROSSANO La montagna, preda di delinquenti senza scrupoli. Una sorta di mafia rurale che impedisce ogni forma di sviluppo turistico: dal naturalistico al venatorio, fino ad arrivare alla passione della raccolta di funghi. Erano gli Anni 80 quando le zone collinari godevano della frequentazione continua e costante dei residenti del centro storico e dello scalo, abituati nel periodo estivo a popolare le zone alte della Piana dei Venti, attraverso l’acquisto o la realizzazione di insediamenti residenziali. Una “moda” svanita negli anni per una serie di ragioni, una delle quali l’imbarbarimento del vivere civile. Saccheggi, furti, danni alle auto, e qualche richiesta estorsiva a singoli operatori turistici. Difficile insomma tornare in quelle aree, ritenute “proprietà” di singole bande senza scrupoli che pare abbiano monopolizzato quelle aree. Le forze dell’ordine negli anni, hanno racimolato una buona mole di denunce, in taluni casi ottenendo buoni risultati, in altri un po’ meno. La “montagna” potrebbe rappresentare uno dei “poli” attrattivi della città, dopo il mare e il centro storico. Occorre tuttavia politicamente crederci, altrimenti si rischia di perdere una ghiotta opportunità di lavora. Una risorsa naturalistica attenzionata da operatori ed imprenditori, ma manca una politica di incentivazione.
Tornare ad abitare quei “villini”, favorire insediamenti ricettivi(alberghi, ristoranti, discoteche, piano bar, etc…etc) attraverso forme di detassazione con particolare attenzione ai giovani disoccupati. Al momento, si è distanti da tali proponimenti. D’altronde una analoga problematica si pone per il centro storico, attualmente abbandonato a se stesso. Il sindaco di Rossano Stefano Mascaro nel corso di una recente conferenza stampa ha parlato della necessità di guardare ai fondi comunitari utilizzabili per il rilancio del centro storico, con i suoi 150 palazzi gentilizi, con il suo Codex riconosciuto patrimonio dell’umanità, con le sue chiese. A tutto questo, l’ipotesi di valutare una trattativa per riuscire ad ottenere una università. La disponibilità immobiliare c’è, i locali non mancano. Qualche dubbio, in verità, sorge circa l’impiego della sede dell’ex tribunale di Rossano le cui chiavi sono ancora in dotazione, da quel che risultano, all’ufficio di presidenza del tribunale di Castrovillari. Il futuro di Rossano guarda quindi ai turismi. Un potenziale enorme, non sfruttato al meglio: 15 chilometri di costa, pianura, collina, montagna. Enogastronomia di ottimo livello, produzioni olivicole e vitivinicole di qualità. L’agroalimentare insomma come filiera trainante. La città del Codex ha tutte le carte in regola per uscire dalla crisi. Necessita però crederci e svincolarsi da singoli interessi che vanno in contro tendenza agli interessi generali.
Lo spopolamento della montagna, la desertificazione del centro storico, l’abusivismo sulla costa(in parte combattuto), determinano un effetto boomerang nei visitatori e turisti che nei prossimi giorni giungeranno in città, poiché lo spettacolo non è certamente confortante. L’arcivescovo Mons. Giuseppe Satriano ha ammesso le difficoltà economiche della Diocesi nel poter sostenere le spese per la realizzazione della cartellonista in città e nel territorio che promuove il Codex, quale evangelario riconosciuto patrimonio dell’umanità Unesco. Importante si rivela il gioco di squadra, d’insieme, evitando i soliti interventi per ordine sparso. Qualcosa, in questa direzione si sta muovendo, ma è necessario accelerare i tempi e dare seguito a processi prevalentemente inclusivi.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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