Rossano, Caracciolo apre alle primarie?

di MATTEO LAURIA

caracciolo-rossanofuturaTonino Caracciolo (#RossanoFutura), già sindaco di Rossano, è un fiume in piena. Punta sul rinnovamento della politica, denuncia il fallimento (tanto del centrodestra quanto del centrosinistra) da addebitare ai partiti sprovvisti di strumenti di selezione e divenuti solo un luogo di sommatoria di tessere. Chi parla è lo stesso Caracciolo che ha da poco rinnovato la tessera del Pd. #RossanoFutura lavorerà per la costruzione di tre liste civiche, aperte a chi aderisce al progetto, inclusi quei partiti che sposano il progetto, epurati da personaggi discussi. Contro i compromessi, i patteggiamenti, gli scambi.


Perché lei ha deciso di rinnovare la tessera del partito in questo contesto?
È un atto di coerenza: io credo nei partiti, non a caso ero iscritto ad uno di essi. Disapprovo il Pd di Rossano ma proprio per questo mi sono iscritto: vorrei battermi io stesso in prima persona perché questo partito diventi luogo di democrazia. Oggi non lo è.


Nel centrosinistra si ipotizza anche l’apertura alle primarie di coalizione. Caracciolo potrebbe prendervi parte?
È una questione aperta: non sappiamo come si svilupperà e sappiamo che spesso le primarie vengono pilotate, così come è accaduto in passato anche a Rossano. Essendo noi un movimento, decideremo insieme il da farsi, a patto che si mantenga sempre un filo di coerenza al progetto #RossanoFutura. Mi riservo, quindi, di confermare la mia partecipazione, non conoscendo né il contesto e le regole né le eventuali altre condizioni. Se il centrosinistra esprimesse un’apertura verso il nostro progetto, il discorso potrebbe cambiare.

Il Pd indica come candidato della coalizione il giudice Sergio Caliò. Cosa ne pensa di questa figura?
Sul piano del prestigio personale, concorriamo, avendo io un profilo professionale, credo, di altissimo livello e avendo fatto politica anche attraverso la mia professione. Detto questo, è ovviamente legittimo che il Pd ricerchi figure di prestigio. Ma il partito, non avendo elaborato il lutto delle precedenti elezioni e non avendo fatto una riflessione seria sulla sconfitta e sulla necessità di un ricambio, trova surrettiziamente soluzioni che guarda caso avvengono sul cappello di soggetti al di fuori di Rossano. Mi sembra una soluzione piegata a logiche di potere esterne alla nostra città.

Uno dei candidati a sindaco nell’ambito del centrosinistra, Leonardo Trento, contesta al Pd un problema di metodo nell’ambito della coalizione all’indomani della decisione di indicare Sergio Caliò. Lei si accoda a questa tesi?
Mi pare che Trento sia coerente alla sua impostazione. Alla luce del fatto che una persona come lui, di tutto rispetto, sia uscita dal consiglio comunale, abbia aderito ad uno schieramento e chiesto le primarie, la decisione assunta dal Pd si configura chiaramente come un tradimento. Quindi Trento, così come altri pezzi del Pd, fa bene a portare avanti la propria battaglia. Da parte sua, non è solo legittimo, ma anche doveroso.

Ma in effetti il Pd ha la sua legittimazione nel presentare una rosa di nomi alla coalizione da candidare alle primarie.
Se così fosse, cioè se il Pd dichiarasse di partecipare alle primarie di coalizione, creerebbe già le premesse per una via d’uscita. Ma non ho letto da nessuna parte una volontà del partito in tal senso, è evidente che la decisione è ancora in sospeso. Soprattutto nella misura in cui Caliò fosse effettivamente una candidatura imposta dall’esterno, frutto secondo quanto si legge sui giornali di un accordo di potere tra il Presidente Oliverio e un consigliere regionale di centrodestra che pende sulla testa dei rossanesi. Mi auguro che non sia così.

Come vedrebbe un governo d’emergenza?
Credo che tutti abbiano preso atto del fatto che Rossano sia vittima di almeno quattro emergenze: salute, mobilità, lavoro e giustizia. È proprio su queste urgenze che il Movimento #RossanoFutura costruisce il suo progetto. Sulla sanità porteremo avanti una fortissima azione, con un’iniziativa pubblica per rivendicare non il nuovo Ospedale –  non ci interessa – ma la necessità di riportare la qualità nelle strutture già esistenti, che si faccia chiarezza su sprechi e sperperi, senza divisioni con la vicina Corigliano. Sul fronte occupazione, ci impegneremo innanzitutto ad attivare immediatamente un tavolo serio, così come non è mai stato fatto, con dirigenza Enel e Governo.

E sulla fusione?
Si faccia subito, personalmente sono dell’idea di anticiparla addirittura. Le nostre proposte: un piano congiunto di tutela del territorio, un piano di protezione civile condiviso, un piano strategico delle linee di sviluppo da inserire nel Por che si attiva quest’anno. E su queste sfide chiamiamo gli altri al confronto.

Se nel centrosinistra si dovesse presentare la necessità di dover fare sintesi per non subire sconfitte all’appuntamento amministrativo, lei sarebbe disponibile?
A patto che si punti tutto sulla progettualità. Volendo fare un esempio, in tema di giustizia, #RossanoFutura propone che non si parli più di Tribunale di Rossano, bensì di Tribunale del Territorio, ridisegnando il distretto giudiziario e allocandolo lì dove è più utile alle popolazioni servite. E chiamiamo qui il Ministro e ci dica se questo progetto è fattibile o meno, visto che tra l’altro proprio adesso stiamo vivendo la fase di revisione di quello che è stato lo scellerato provvedimento di soppressione del presidio rossanese.

Come immagina la futura macchina comunale?
Sarà gestita da una giunta snella, con un numero di assessori ridotto a 4 unità – due uomini e due donne – che non saranno più le interfacce degli uffici, ma faranno squadra con il Sindaco per lavorare sui dossier che abbiamo già cominciato a delineare. Va rivoltata come un guanto, fuori dalle logiche di protezione del clientelismo dei partiti. La riorganizzazione avverrà su basi moderne e adeguate ai compiti che oggi spettano ad un comune.
Tutte le dirigenze sono da rivedere: innovazione tecnologica, smart city, fondi europei sono temi che devono trovare riscontro all’interno della programmazione. Sceglieremo un segretario generale che sappia svolgere anche il compito di direttore generale, che stabilisca insieme alla giunta gli obiettivi da raggiungere, sistemi di monitoraggio del lavoro e di attribuzione anche di premialità sulla base di risultati e non di appartenenza politica. Ancora oggi, ci sono soggetti nei vari gangli del comune che sono diretti dall’esterno. Il commissario? È una persona perbene, che sta operando sulla macchina comunale con un taglio anche migliore rispetto a quello adottato da altri amministratori del passato, che vede e si accorge di ciò che non va ma a cui non si può chiedere di compiere miracoli. Per quanto io abbia sempre dichiarato che il commissario è la peggiore soluzione, abbiamo avuto la fortuna di riceverne uno serio e operativo.

Quanti candidati a sindaco ci saranno?
Lo schema, infine, si semplificherà. Molti si accorgeranno di non avere la forza per potersi candidare, quindi da oggi a domani avverrà uno snellimento e credo che realisticamente resteremo sul campo in 4 o 5.

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