Rifiuti, la maggioranza: Hanno lasciato 16 milioni di debiti e ancora parlano

CORIGLIANO-ROSSANO  – I comunicati dell’opposizione consiliare, evidentemente esasperata dalle prossime elezioni, ormai raggiungono picchi di assurdità che lasciano trasparire una vera e propria ossessione, probabilmente causata dalla totale assenza di contenuti politici. L’ultima nota sui rifiuti, per altro, ha i connotati dell’autolesionismo, perché per degli ex amministratori del nostro territorio parlare di rifiuti e di debiti non può che rispondere ad un istinto autolesionista.

Ai consiglieri di minoranza, che hanno degni rappresentanti nel governo della Regione, sarebbe interessante chiedere quali politiche vere stiano introducendo per attuare una riforma del sistema rifiuti in Calabria. Ai populisti che siedono in consiglio comunale consigliamo di studiare per evitare di essere ridicolizzati dal momento che la questione attanaglia l’intera regione e ci sono Comuni, sempre per l’assenza di impianti di smaltimento, in uno stato ben peggiore del nostro: non a caso proprio due giorni fa l’Ato provinciale ha avuto un incontro apposito con il Prefetto di Cosenza.

È evidente che si tratta di soggetti politici che non hanno la minima conoscenza di ciò che accade fuori dai confini del proprio quartiere.

Insomma, quella dei cancelli chiusi per i mancati pagamenti, è l’ennesima sciocchezza sparata da un’opposizione che giorno dopo giorno rivela la propria inadeguatezza, impreparazione ed anche bassezza istituzionale e politica.

Ci duole dover ricordare agli ex amministratori dell’estinto comune di Rossano i debiti che hanno lasciato negli ultimi anni, quindi ve la raccontiamo noi una bruttissima storia sui debiti da mancato pagamento delle tariffe di conferimento, in modo da dimostrare alla cittadinanza chi è veramente incapace ed inadeguato nel gestire anche un condominio di due piani.

Tra il 2013 ed il 2018 il comune di Corigliano Calabro ha accumulato debiti con la Regione Calabria per il mancato conferimento dei rifiuti per 6 milioni 625 mila euro. Una cifra enorme. Essendoci tra i firmatari della nota ex assessori ed ex consiglieri delle ultime due maggioranze del Comune di Rossano, ci si aspetta che sull’altra sponda del Cino siano stati svizzeri nei pagamenti. Ma così non è. Dal 2013 al 2018 il Comune di Rossano ha accumulato debiti solo per il conferimento dei rifiuti per 7 milioni 294 mila euro. I debiti reali di queste virtuose amministrazioni, però, sono addirittura ancora di più, dal momento che al posto di utilizzare le royalties degli impianti per le ragioni per le quali avrebbero dovuto essere spese, ovvero opere e servizi per i cittadini di contrada Amica, Nubrica e Toscano, sono state compensate.

Mancano quindi alla somma finale un altro milione e 924 mila euro, per un totale di quasi 16 milioni di euro di debiti che questa amministrazione, come tutti i debiti lasciati da questi millantatori, sta cercando di coprire con piani di rateizzazione e transazioni per evitare che queste ingiustificate oscenità amministrative, dai rifiuti all’energia elettrica passando per i contenziosi legali, incidano sulla vita dei cittadini attuali.

Cosa ci avranno fatto con 16 milioni di euro non lo abbiamo francamente capito, dal momento che abbiamo trovato disastri praticamente dappertutto, in ogni servizio. Una cosa è certa: da quando è in carica l’attuale amministrazione, non solo si onorano faticosamente gli impegni assunti, ma si sta sopperendo anche a queste nefandezze politiche da prima repubblica: basta pensare che col primo bilancio abbiamo riconosciuto più di tre milioni di debiti fuori bilancio.

A proposito di legalità: è legale lasciare 16 milioni di euro di debiti alle amministrazioni future? È legale non aver pagato 16 milioni di euro ad un altro ente pubblico, la Regione Calabria, che nel frattempo ha anticipato tutto con i soldi dei calabresi? Sono tutti a posto i bilanci che lasciano questi buchi enormi?

In attesa di scoprirlo, sarebbe stato meglio, ancora una volta, tacere di fronte a tanta oscenità politica ed amministrativa.

LA MAGGIORANZA CONSILIARE

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