Ricordando un rossanese illustre nella medicina del lavoro: il prof. Scipione Caccuri, racconto di Martino A. Rizzo

Corigliano Rossano – La fuga dal Sud, per usare una frase oggi di moda, è sempre esistita. San Bartolomeo, Giovanni Filagato, Giovanni Battista Palatino, Domenico Scorpione, Vincenzo Amarelli e via dicendo sono solo alcuni dei grandi rossanesi che sono andati a coltivare campi lontani dal proprio paese. Ma senza andare troppo indietro nel tempo piace ricordarne uno, il professor Scipione Caccuri, che fuori da Rossano ha lasciato, a livello internazionale, una traccia indelebile in una disciplina scientifica, la Medicina del Lavoro. Le origini di questo settore della medicina si possono far risalire al XVIII secolo grazie al medico Bernardino Ramazzini (1633-1714). Nelle università italiane però iniziò a entrare come disciplina indipendente solo agli inizi del ’900, principalmente per merito di Luigi Devoto (1864-1936). Fu Devoto, padre del linguista Giacomo, che nel 1901 fondò la rivista “Il Lavoro” che poi diventerà “La Medicina del Lavoro”. Nel 1906 convocò a Milano il Primo Congresso internazionale per le malattie professionali e nel 1910 istituì, sempre a Milano, la prima Clinica del Lavoro. A Roma pioniere della materia fu invece Giovanni Loriga (1861-1950), sardo, nonno materno dell’on. Enrico Berlinguer, che nel 1906 creò nella Capitale la prima Scuola Medica del Lavoro che preparava alla carriera di ufficiale sanitario. E questa nuova branca della medicina affascinò fin da subito il giovane Scipione.

Nato a Rossano nel 1899, da Pasquale, nel 1922 era già laureato in Medicina presso l’Università di Napoli e nel 1923 pubblicò il suo primo studio sulla Medicina del Lavoro dal titolo “Condizioni igieniche e sanitarie dei barcaioli a Napoli”. A un concorso al quale partecipò nel 1928 presso l’Ospedale di Rossano, tra i suoi titoli, presentò ben nove lavori di ricerca. Aveva solo 29 anni. Sull’esito di questo concorso fu caustico il commento della Nuova Rossano del settembre 1928: “Il dott. Scipione Caccuri, primo graduato del primo gruppo e anch’egli fu vittima dell’ingiustizia degli Amministratori…”. Non sappiamo quale fosse l’ingiustizia che subì il Caccuri, ma è facilmente intuibile. Forse gli venne preferito qualcun altro che poteva vantare amicizie potenti. Su questa vicenda, il giornale riporta anche una parte della relazione della commissione d’esame che ben rappresenta la figura del giovane professionista rossanese. Vi si legge che “il dottor Caccuri, presenta nove pubblicazioni, principalmente riguardanti la medicina del lavoro, varie con ricerche personali che denotano buona cultura e ricerca scientifica. Oltre all’eccellente carriera scolastica e laurea, ha continuato a lavorare con serietà di intenti dopo laureato dimostrando amore alla ricerca scientifica e interesse a perfezionare la propria cultura. Ha occupato posti clinici, esplicando attività e zelo in vari campi della medicina. La Commissione, unanimemente, gli assegna 29/30”. Ma gli amministratori dell’Ospedale non gli affidarono l’incarico e perciò il dott. Caccuri fece le valige e partì verso altri lidi dove il suo talento, peraltro, avrebbe ottenuto i giusti riconoscimenti. D’altra parte è risaputo: “Nemo propheta in patria”.

L’anno successivo, nel 1929, fu protagonista della fondazione della Società Italiana di Medicina del Lavoro. Infatti a Napoli, nel corso dell’ottavo congresso di Medicina del Lavoro che si teneva in questa città dal 10 al 13 ottobre 1929, prese la parola e presentò “il seguente ordine del giorno: L’VIII Congresso di Medicina del Lavoro, considerata la grande importanza, assunta dalla Medicina del Lavoro, specie in seguito alla promulgazione della Carta del Lavoro, propone la costituzione della Società Italiana di Medicina del Lavoro e dà incarico ai Proff. Devoto, Ferrannini e Castellino di compilarne lo statuto […], l’ordine del giorno viene approvato all’unanimità”. Successivamente nel 1930 fu il primo relatore al IX Congresso Nazionale di Medicina del Lavoro di Roma con un intervento sulle malattie respiratorie da polveri. Ed è entusiasmante leggere negli Atti del Congresso che fu proprio il famoso prof. Devoto a dare la parola al giovane professore rossanese e che la sua esposizione, venne “ascoltata con viva attenzione dall’Assemblea che alla fine della relazione applaude entusiasticamente l’oratore”. E infine che “il prof. Devoto ringrazia il prof. Caccuri (e) mette in evidenza la complessità dell’argomento trattato brillantemente dall’oratore…”. Nel 1931 era a Ginevra anche qui come stimato relatore al VI Congresso Internazionale per gli infortuni e le malattie del lavoro, svoltosi sempre sotto la presidenza del prof. Luigi Devoto. Nel 1933, insieme ad altri volenterosi, fondò a Capodimonte il Sanatorio, diventandone direttore. Docente di Medicina del Lavoro e di Patologia Medica pubblicò oltre 200 studi su queste materie. Per oltre trent’anni fu Direttore della Clinica Universitaria di Napoli per le Malattie del Lavoro e non si contano i convegni internazionali ai quali partecipò. Negli anni ’50 venne nominato presidente della Società Nazionale della Medicina del Lavoro e nel 1959 divenne membro del Consiglio Superiore della Sanità. Il 2 giugno 1967 il Presidente della Repubblica gli assegnò la medaglia d’oro come benemerito della scuola della cultura e dell’arte.
Col senno del poi si può dire che per lui fu una fortuna che nel 1928 non abbia avuto quell’incarico all’Ospedale di Rossano. Ne hanno tratto vantaggio i suoi studi, la sua realizzazione professionale e la scuola italiana della Medicina del Lavoro che ha potuto beneficiare nel ’900 di un prestigioso protagonista che tanto ha fatto per accrescere l’autorevolezza italiana in questa importante branca della medicina volta a tutelare la salute dei lavoratori. Si spense a Napoli nel 1981.

sul sito

prof. Scipione Caccuri


è possibile consultare alcuni studi del prof. Caccuri e articoli a lui dedicati.

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a

Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica

sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato

il romanzo Le tentazioni della

politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri

del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito

anticabibliotecacoriglianorossano.it. Nel 2019 ha curato la pubblicazione

dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,

Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,

Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.

Da fotografo dilettante cerca di cogliere

con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio

e le sue foto sono state pubblicate nel volume di poesie

su Rossano Se chiudo gli occhi.

 

 

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