Regionali. Sanità, Cirullo (M5S): Chi dice di salvarla è chi ci ha portato allo scempio

Carmela Cirullo

Corigliano Rossano – Carmela Cirullo (M5S): Una campagna elettorale improntata alla morale, alla risoluzione dei problemi, ai miracoli svenduti per VOTI. E fa strano, anzi fa ribrezzo che si parli con tanta enfasi, in ogni slogan, della sanità in Calabria, proprio da chi vive da anni questo scempio e spesso ha contribuito a generarlo attraverso malapolitica e appoggio del malaffare. Tutti pronti a rimediare al danno… ma perché in più di 10 anni di commissariamento tutte queste miracolose proposte risolutive non si sono concretizzate in piani di lavoro seri, coordinati, reali e soprattutto “trasparenti”? Perché parlarne adesso? È offensivo raccattare voti negli ospedali, calpestando la dignità del malato, la rabbia dei familiari, l’esasperazione degli addetti al lavoro costretti a lavorare 15 ore di fila in luoghi fatiscenti spesso privi di qualsiasi supporto materiale atto a poter espletare il proprio lavoro in maniera efficiente o quanto meno, ai minimi della decenza.Uno stallo decennale che si prospetta oggi come lo sfascio totale della sanità calabrese. Blocco delle assunzioni, mancata proroga ai precari, dislocamento centrale per le forniture, mancati controlli sulla spesa farmaceutica, riduzione dei posti letto, chiusura di presidi, reparti ambulanti, sostituzione quasi totale di erogazione servizi dalla sanità pubblica a quella privata, una emorragia della migrazione sanitaria fuori regione che pesa sul bilancio regionale per quasi l’80%. E mentre i commissari fanno passerella tra bilanci inesistenti e ospedali in macerie, il governo dimentica questa terra nefasta e la Regione dal 2008 ad oggi ha arricchito “nominati” alle poltrone e costosi direttori generali riutilizzabili in campagna elettorale, svendendo un diritto costituzionalmente garantito anche ai CALABRESI, il diritto alla salute. Non si quantificano i debiti di molte ASP eppure continuano ad essere prive di un management efficiente in materia gestionale e di bilancio. Nonostante la mala gestio…continuano a mancare figure forti e autorevoli di controllo delle finanze e del debito. Perché? Probabilmente perché la tavola imbandita negli anni ha fatto gola a molti; forse perché la dignità del malato vale meno del potere economico; forse perché in Calabria non ci sono colpevoli. Facile discolpa le infiltrazioni mafiose… ma qui da noi ormai la vera mafia indossa giacca e cravatta, fa politica ed è asservitrice di corrotti colletti bianchi. Nonostante la pentola sia stata scoperchiata… sono tutti rimasti comodamente seduti, ricchi e impuniti. L’ultima fase di raccattaggio per noi dimenticati è stato il Decreto Calabria… un’ulteriore offesa a chi vive e lavora nel sistema sanitario calabrese. Non abbiamo più bisogno di decreti di emergenza, di commissari ad acta, di proroghe… non abbiamo più bisogno di elemosine. Abbiamo bisogno di aprire gli occhi; che venga ripristinato in toto il diritto alla salute, all’assistenza, alla legalità, alla trasparenza… abbiamo bisogno che alla Calabria venga riconosciuto il suo posto egualitario nel sistema nazionale, tutto qui. Siamo italiani (Comunicato stampa).

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