Referendum fusione, spunta un’interrogazione

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Approda in senato il referendum per la fusione tra i comuni di Corigliano e Rossano, e che la regione Calabria ha fissato per il prossimo 22 ottobre. Sono otto senatori del Movimento 5 Stelle, tra cui il calabrese Nicola Morra, gli altri sono Giarrusso, Castaldi, Puglia, Moronese, Paglini, Endrizzi e Crimi, i quali hanno presentato nei giorni scorsi una interrogazione sull’argomento ai ministri per gli affari regionali e dell’interno. Perché i senatori penta stellati hanno intrapreso questa iniziativa ? Le motivazioni si possono cogliere nel testo dell’interrogazione. “Premesso che, per quanto risulta agli interroganti – si legge nel documento – il Movimento 5 Stelle di Corigliano ha evidenziato gravi irregolarità che inficiano, ad avviso degli interroganti, il procedimento volto alla fusione dei comuni di Corigliano e Rossano. Nell’ordine: a) il presidente della regione Calabria, Mario Oliviero, in data 26 aprile 2017, ha emesso il decreto per l’indizione del referendum volto alla consultazione delle popolazioni di Corigliano e Rossano relativamente all’ipotizzata fusione; b) per ragioni mai rese pubbliche, detto decreto è stato emesso, nonostante fosse già da tempo scaduto il termine previsto per la sua adozione. Infatti, per l’art. 41 della legge regionale n. 13 del 1983, il decreto andava adottato entro 10 giorni dalla delibera del Consiglio regionale n. 177 del 27 gennaio 2017, mediante la quale veniva approvata la proposta di legge regionale n. 182/10 (con cui, in applicazione dell’art. 40 della legge regionale n. 13 del 1983, veniva stabilito d’indire il referendum consultivo); considerato che, a parere degli interroganti: l’illegittimità del decreto del presidente della regione è destinata a riflettersi sulla validità della stessa consultazione referendaria; il termine ristretto di 10 giorni, evidentemente, soddisfa l’esigenza che sia l’approvazione della proposta di legge che la consultazione referendaria vadano “contestualizzate”, ossia rapportate a precisi requisiti su cui dovrebbe anche basarsi il preliminare giudizio cosiddetto di meritevolezza (giudizio peraltro mai espresso dalla regione); in caso di violazione del termine di 10 giorni ovvero d’indizione del referendum oltre detto termine, venendo meno la necessaria concentrazione e contestualità dei momenti procedurali”. Illustrato ciò i senatori del M5S chiedono ai ministri di sapere: se gli stessi “siano a conoscenza dei fatti esposti; se intendano attivarsi, con le procedure previste dall’ordinamento, affinché siano chiariti i motivi e le ragioni per cui la regione Calabria, nell’esercizio delle funzioni rientranti nelle competenze ad essa garantite costituzionalmente, abbia agito con le modalità descritte e, a parere degli interroganti, in violazione di norme; se non ritengano di attivare, per quanto di propria competenza, gli opportuni organi di controllo, anche di carattere giurisdizionale”.I grillini se da una parte raccolgono adesioni in chi si dichiara contro alla fusione, dall’altra continuano ad accumulare dissenso nei rapporti con la Sibaritide, a partire dalla questione sanità, quando qualche rappresentante nutriva dubbi circa la realizzazione del nuovo ospedale. Ma l’aspetto più inquietante è che i senatori grillini non si propongono su questioni ben più gravi ben note ai cittadini dello jonio cosentino e trovano il tempo di presentare un’interrogazione su presunti vizi formali. La loro latitanza di tocca con mano. D’altronde il teorema secondo cui vi è un certo cosentinismo che avversa questo progetto è abbastanza noto ai più. Non a caso il Sen. Morra nasce politicamente a Cosenza con una matrice ben precisa.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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