Referendum fusione, i dubbi e le perplessità di Siinardi

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Dubbi e perplessità sulla opportunità o meno di far effettuare il referendum sulla fusione il prossimo 22 ottobre, vengono sollevati dall’ex assessore, Enzo Siinardi, il quale parte dall’assunto dell’attuale fase amministrativa che sta interessando il comune di Corigliano. “Come tutti sappiamo, – afferma Siinardi – lo scorso 7 marzo il prefetto di Cosenza, ha provveduto a nominare, su delega del Ministero dell’Interno, apposita Commissione d’accesso agli atti al fine di accertare l’eventuale presenza di infiltrazioni mafiose tra le mura di palazzo Garopoli. La Commissione d’accesso terminerà i suoi lavori nel prossimo 7 di agosto con la compilazione di una apposita relazione la quale verrà successivamente inoltrata al Prefetto. Quest’ultimo, entro 45 giorni, e sentito il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica integrato con la partecipazione del procuratore della Repubblica di Castrovillari, provvederà a notiziare debitamente il Ministro dell’Interno Minniti il quale, a sua volta, ed entro il termine perentorio di 90 giorni, proporrà al Consiglio dei Ministri l’eventuale scioglimento del Consiglio Comunale di Corigliano, retto dal Sindaco Geraci, oppure, in alternativa, provvederà ad elaborare apposita relazione negativa. Tale procedura – spiega ancora Siinardi – andrà ad esaurirsi, quindi, potenzialmente, ed in caso di massimo sfruttamento dei tempi tecnici, entro il 22 dicembre prossimo, fino a 2 mesi dopo la data del previsto referendum.
Molti amici rossanesi e altrettanti coriglianesi, però, sembrano non tenere nella dovuta considerazione tale “piccolo particolare”. Alla luce di tutto ciò, personalmente, e nella sciagurata e malaugurata ipotesi che l’Amministrazione Geraci dovesse essere eventualmente sciolta per accertate infiltrazioni mafiose, mi pongo alcuni interrogativi in merito: Premesso come l’Amministrazione Geraci sia stata, come tutti sappiamo, la promotrice dell’atto d’impulso alla fusione con la città di Rossano, mi chiedo se sia plausibile, ovviamente nella sola ipotesi di scioglimento, che i cittadini coriglianesi – così termina l’ex assessore – debbano recarsi alle urne per pronunciarsi sul contenuto di una deliberazione approvata da un Consiglio Comunale successivamente poi sciolto per accertate infiltrazioni mafiose”.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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