Recovery Sud, Cariati tra i Comuni aderenti. I sindaci chiedono urgente incontro a Draghi

Filomena Greco

Cariati  – Interventi di edilizia sociale attraverso il recupero dei centri storici, piani di recupero delle acque reflue, deroghe per i Comuni in dissesto, interventi nelle aree interne e nei Borghi autentici, l’introduzione capillare di linee di bus elettrici o a idrogeno, la promozione dell’agricoltura sociale e dei terreni confiscati. Ed ancora, l’attuazione immediata dei livelli essenziali delle prestazioni, l’adeguamento del sistema infrastrutturale a quello del resto del Paese (a cominciare dall’Alta velocità), e interventi per potenziare le aree produttive.

Sono, queste, alcune delle priorità contenute nel documento intitolato Le proposte della Rete dei Sindaci Recovery Sud consegnato ufficialmente nei giorni scorsi al presidente della prima Commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia, redatto con il contributo dei primi 135 sindaci del Sud Italia, tra i quali Cariati, che per primi hanno aderito all’iniziativa promossa dal sindaco pugliese di Acquaviva delle Fonti, Davide Carlucci.

È quanto fa sapere il Sindaco Filomena Greco sottolineando che la premessa documentata nel Recovery Sud è una vera e propria condanna a morte del Mezzogiorno d’Italia: dai trasferimenti ancora troppo scarsi per servizi come gli asili nido alla distribuzione dei ristori Covid ripartiti in base alla ricchezza fiscale dei territori, dal ridotto turnover di docenti e ricercatori universitari alla riduzione dei posti letto, dal sempre più risicato numero di dipendenti nei comuni alla spesa sociale pro-capite diseguale rispetto al Nord, dalla ridotta speranza di vita alla crescita continua del differenziale di reddito certificato dalla Banca d’Italia e dai più importanti istituti di statistica ed economici; fino – scandisce il Primo Cittadino – alla denegata fruizione normale dei fondamentali diritti alla mobilità, alla giustizia, alla sicurezza ed alla salute, con l’intollerabile e persistente mancanza di garanzia dei livelli essenziali di assistenza (LEA).

Il nostro punto di partenza è la valutazione insufficiente della quota del 33% del piano europeo assegnata al Sud. E da qui la richiesta di attuazione immediata dei livelli essenziali delle prestazioni, l’adeguamento del sistema infrastrutturale a quello del resto del Paese (a cominciare dall’Alta velocità), e interventi per potenziare le aree produttive.

Bisogna considerarla per quella che è – chiarisce – ovvero una vera e propria ingiustizia per come ribadito nel documento unitario dei sindaci. Sarebbe sufficiente ciò a giustificare una mobilitazione generale delle popolazioni dell’Italia meridionale per il riequilibrio territoriale del Paese.

Su queste basi i sindaci chiedono un confronto urgente al Governo Nazionale perché prenda in seria considerazione una serie di proposte per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), a cominciare dal varo di un di un piano straordinario di assunzioni che destini ai comuni meridionali 5000 giovani progettisti, con una corsia preferenziale per i cervelli in fuga, che dovrebbero aggiungersi ai 60 mila dipendenti chiesti dall’Anci per colmare le carenze di organico di tutti i comuni italiani.

Richiamando il manifesto intitolato Garantire i diritti in Calabria per unire l’Italia. – Una Calabria normale per un’Italia più forte in Europa, attorno al quale si sono riuniti per la prima volta a Roma i sindaci calabresi nelle scorse settimane, la Greco ritorna a scandire l’appello a considerare la straordinaria opportunità del Recovery Plan come l’ultima possibilità per lo stato italiano di sanare definitivamente, a distanza di circa 2 secoli dalla formale unità del Paese, l’unico e l’ultimo gap di sviluppo interno ad una stessa nazione europea rimasto grevemente irrisolto dopo l’unificazione tedesca. Devono farlo i sindaci. Dobbiamo farlo insieme. È – conclude – l’ultima occasione per i nostri territori (Comunicato stampa).

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