Randagismo, Stop Animal Crimes: È giunto il momento di fare prevenzione

Siamo soddisfatti che a Corigliano Rossano si stia parlando, per così dire, del randagismo come mai prima ossia da quando il nostro Movimento ha iniziato quasi un anno fa a incontrare Sindaci, ASP e volontari, risvegliando le coscienze e soprattutto facendo luce su un fenomeno le cui reali cause vengono sistematicamente occultate.

Giovedì abbiamo presentato al Sindaco di Rossano Corigliano (CS), così come a molti altri Sindaci della Calabria, una proposta articolata ma fluida, su come poter contrastare concretamente il randagismo, ormai un’emergenza perenne e non solo qui.

Due semplici domande: 1) perchè nessun Sindaco o suoi delegati ha mai pensato alla prevenzione sul territorio ma solamente ai canili, quale soluzione al randagismo, continuando a stanziare milioni di euro a ditte private? A Rossano Corigliano, un Comune che a differenza di altri che nemmeno hanno un canile rifugio per non dire sanitario, ci sono ben 2 canili rifugio, per cui 10 giorni fa è stato stanziato altro mezzo milione di euro. Per poi avere difficoltà a far uscire in adozione i cani , che vengono prelevati dai box e mostrati, senza che il visitatore possa girare serenamente per la struttura!
2) perchè nessun’Associazione o volontario ha MAI parlato di prevenzione, censimento, ecc.. ma prelevano i randagi gestendoli autonomamente in strutture (spesso abusive) mediante raccolte soldi sui social utilizzando postepay private?

Quello che sosteniamo noi invece è investire cifre e ben minori nella prevenzione, attraverso cui arrivare a ridurre il numero dei cani nel canile se non addirittura giungere alla loro chiusura! Ma per fare questo urge intervenire con coraggio dove mai è intervenuto nessuno ossia sul Sindaco (non sulla Regione) e su quella parte di volontariato che ha creato il “fai da te” nella gestione dei randagi.

Proprio perché dalla Regione e i suoi tristi teatrini dei mille commissari non ci si può aspettare nulla in tema di azioni efficaci (A Crotone il canile sanitario si trova inspiegabilmente in un canile privato e non nel comunale, a Reggio Calabria e Provincia non esiste nemmeno un sanitario, così come per Vibo Valentia e i soldi stanziati col DCA 67/18 non si sa dove siano finiti) siamo convinti che la lotta al randagismo debba partire dalla figura del Sindaco, per legge responsabile degli animali vaganti sul suo territorio!
Le attenzioni dei Sindaci devono essere rivolte sul territorio dove il randagismo si origina, attraverso una massiccia campagna di informazione che dia 2 mesi di tempo ai cittadini per microchippare i propri cani e registrarli, per poi avviare un controllo a tappeto e sanzionare, per poi procedere con il censimento degli animali vaganti e padronali. Investire in questo significa voler contrastare seriamente il randagismo e non continuare a spendere milioni di euro nei canili.

Il passo successivo (terzo punto) è l’applicazione reale dell’osservanza delle leggi in materia da parte degli Organi preposti che per legge sono in primis la Polizia Locale (che ad oggi non ha nemmeno un lettore microchip e questo fa comprendere la totale assenza di interesse per la prevenzione) ma sono anche Carabinieri, Polizia e GdF, nessuna esclusa (Cassazione n. 1872 del 1991); ci rendiamo conto che le sanzioni in materia vadano nelle casse della Regione e non del Comune e che questo, forse, disincentiva a sanzionare, ma l’azione di controllo da parte delle Autorità, ad oggi superficiali e assenti un po’ ovunque incluso qui, è altro punto a contrasto del randagismo!
Certo, l’unità di cattura non c’è ma in compenso ci sono molti volontari (a tal proposito abbiamo chiesto nel nostro progetto l’istituzione di un registro comunale dei volontari, e degli stalli, che raccolgono cani, al fine di evitare che dietro i recuperi vi siano profitti economici ingiusti) che recuperano cani, ma non è questa la causa del randagismo, considerando che il canile è colmo!

Oltre una seria campagna informativa “a orologeria”, la microhippatura e il censimento, vi è poi la sterilizzazione: trasformare box del rifugio in sanitario, senza dover spendere altri soldi pubblici per la ristrutturazione (si era parlato di quasi altri 400 mila euro per questo!), può essere una soluzione, oltre a quella di costruire una sala ambulatoriale comunale (senza dubbio molto meno costosa dei 400.000 euro) o convenzionarsi con veterinari liberi professionisti.

Urge dunque investire nel censimento (elemento preventivo di cambiamento radicale del problema), che permetterebbe di avere per la prima volta il quadro completo dei cani presenti (padronali e vaganti) e quindi la gestione/controllo del problema fino alla sua risoluzione. Aggiungiamo nel nostro progetto la creazione della mappa genetica (quarto punto): al momento del censimento viene prelevato un campione biologico che viene inserito in un registro comunale; questo permetterebbe di individuare il proprietario del cane abbandonato o trovato ferito o morto e relativa punizione ai sensi di legge!

Concludiamo con due sintesi: la prima quindi è l’investimento di denaro non nell’anello finale dei canili ma nella prevenzione (da attuarsi ovviamente con l’impiego di cittadini e volontari idonei), che negli anni a venire consentirà al Comune ingenti risparmi economici (250.000 euro ogni anno, oggi, vanno ai canili); la seconda, la nomina di persona idonea a gestire il problema. Ad oggi in mano al Sindaco, non solo quale figura naturale istituzionalmente preposta ma anche perchè in posseso di delega per quanto riguarda l’ambiente!
Chiediamo quindi la nomina di un assessore ad hoc (l’emergenza è talmente ampia e grave che meriterebbe un apposito titolo di spesa) o un delegato, ad oggi assente; nel merito, molti cittadini credono essere nella persona dell’Avv. Zangaro Liliana ma in realtà priva di qualsivoglia delega specifica, ignorando quindi per quale ragione la stessa si pone in “prima linea” (mediante post FB e interventi sul campo) in tema di randagismo, personalizzando eccessivamente la questione e un certo pregiudizio verso i nostri attivisti manifestato più volte in occasione di recuperi recenti e meno recenti.
Per concludere: il denaro investito un anno per i canili potrebbero debellare il randagimo in un paio d’anni investendo la stessa somma nella prevenzione!

Ora aspettiamo che il Sindaco ci convochi per discutere della proposta, sperando lo faccia.

Un vecchio detto questa volta è più vero che mai: PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE, soprattutto quando a curare le miopie degli amministratori sono gli amministrati (i cittadini) con i loro
soldi!

 

Stop Animal Crimes Italia

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