Otto mesi fa paventavamo il rischio – oggi sempre più concreto – che la società energetica sarebbe in procinto di varare un piano industriale per il rilancio dell’impianto TurboGas per una nuova produzione di energia elettrica. Non è un’ipotesi remota dal momento che questa intenzione è da sempre nei piani di Enel. Tant’è che lo stesso programma Futur-E, finito appositamente nel nulla, escludeva quell’area, inglobata nel perimetro della vecchia centrale, da ogni ipotesi di alienazione. Insomma, Enel voleva sbarazzarsi (o almeno questo diceva) dell’impianto costruito negli anni ’70, con spese di bonifica a carico dei presunti acquirenti, lasciando però il “nuovo impianto” turbogas (quello realizzato negli anni ’90), pronto per un nuovo eventuale utilizzo. Chi avrebbe mai speso tantissimi soldi per realizzare una grande impresa produttiva di fianco ad una centrale? Ovviamente nessuno. E così è stato.
Così come, presto, avremo in funzione nuovamente la centrale a gas. Pare infatti che la società energetica italiana stia per acquistare un’importante partita di gas metano dai paesi del Nord Africa che utilizzerà per la produzione nei siti italiani, soprattutto in quelli che già sono pronti all’utilizzo proprio come quello di Corigliano-Rossano. La beffa vera, però, non è tanto il fatto che si rimetta in funzione un grande motore di produzione senza alcuna concertazione con il territorio. Il problema reale è che il nuovo avvio della centrale non porterà nulla in termini occupazionali. Sarà infatti, un centro produttivo telecomandato da altri siti, non calabresi, con l’impiego manutentivo in loco solo di pochissime unità.
Insomma, continuerà lo sfruttamento del territorio da parte di Enel senza alcuna ricaduta occupazionale.
Possibile che il Comune, il Sindaco, l’Amministrazione comunale e i consiglieri di maggioranza di tutto questo non sappiano nulla? Difficile da pensare. Anche perché se sanno e non dicono nulla sono responsabili, quanto o più della società, della nuova campagna di produzione energetica di stampo colonialista che sta per partire. Se invece non sanno è ancora più grave perché vuol dire che sono incapaci di governare questa Città.
Sicuramente ci diranno, replicandoci, che non ci sarà alcuna riaccensione della centrale e che saranno i primi a scendere in piazza se si dovesse verificare siffatta eventualità. Ormai è un disco rotto quello che sentiamo da sempre dalla voce del sindaco. Sta di fatto che le rassicurazioni, in questo caso, non possono che venire dal Governo e dagli stessi interessati. Ecco perché è necessario convocare subito un Consiglio comunale alla presenza dei dirigenti nazionali di Enel e di almeno un rappresentante del Ministero dello Sviluppo economico che ci vengano a dire chiaramente se il sito (il turbogas) rimarrà lì solo come pezzo da museo o per altre esigenze (che al momento paventiamo soltanto); se si ha intenzione di bonificare e caratterizzare l’area della vecchia centrale; e soprattutto se c’è un piano di rilancio/occupazionale per il territorio nell’area di Sant’Irene-Cutura.
Tutto il resto sono chiacchiere e farlocche prese di posizione che nascondono gli evidenti limiti politici e amministrativi di questa maggioranza.
Vincenzo Scarcello, Raffaele Vulcano e Gennaro Scorza – per il gruppo consiliare “Unione di Centro”
Costantino Baffa – per il gruppo consiliare Lega Salvini
Adele Olivo – per il gruppo consiliare “Il Coraggio di Cambiare l’Italia”