Quella dei boschi è una guerra che non stiamo combattendo. Servono misure urgenti per prevenire furti ed incendi.

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L’estate si avvia verso la sua conclusione, e con essa la terribile stagione degli incendi. La politica calabrese, e più in generale quella italiana, è abituata ad onorare l’usanza “passato il Santo, passata la festa”, un abitudine che proveremo ad interrompere quanto meno sulla questione della tutela del patrimonio boschivo.Da questo punto di vista, riteniamo molto positiva la proposta di legge regionale del Consigliere Bevacqua che recepisce (finalmente) la legge quadro in materia di incendi boschivi dopo 17 anni dalla sua approvazione, un adeguamento al quale dovrebbe provvedere con urgenza anche il Comune di Rossano. Ma riteniamo non basti. Sia chiaro che quella dei boschi in Calabria, ed in particolare dei furti e degli incendi, è una vera e propria guerra organizzata che però le Istituzioni non stanno combattendo. La riprova è l’intimidazione inquietante subita qualche settimana fa Nucleo Forestale dei Carabinieri sul quale però insiste un altrettanto inquietante silenzio che non intendiamo avallare. Il Nucleo in questione, guarda caso, nell’ultimo anno si è occupato prevalentemente di persecuzione dei furti e degli incendi boschivi, un’attività che, nonostante i mezzi limitatissimi, ha prodotto dei risultati evindemente significativi, quanto meno “fastidiosi”. Purtroppo questa attività, per lo più isolata, non ha impedito a furti ed incendi, nel corso di pochissimo tempo, di devastare letteralmente la nostra montagna ed il nostro importante patrimonio boschivo. Riteniamo che lo Stato debba intervenire concretamente in tal senso, per evitare che questa già estremamente difficoltosa attività venga ulteriormente scoraggiata: in Calabria serve rafforzare i nuclei preposti a questo genere di impiego. Ma questa è una guerra soprattutto politica. In primis riteniamo necessaria una misura d’urgenza da parte della Regione Calabria che inibisca la speculazione privata sulle aree colpite dagli incendi di questa estate: se il disatro diventa un business, sulla falsa riga della disumana e tristemente celebre telefonata tra sottospecie di imprenditori appena dopo il terremono dell’Aquila, avremo automativamente autorizzato gli incendi dei prossimi dieci anni. Ci appelliamo quindi al Governatore Oliverio affinchè realizzi una misura chiara in questo senso. Ma riteniamo vada anche posta la massima attenzione sul bando del PSR sulla “miglioramento della redditività delle foreste” che come sottolineato nei giorni scorsi anche da altri soggetti regionali, rischia addirittura di migliorare la redditività degli incendi: piuttosto di stroncare la macchina criminale che si cela, a nostro avviso, dietro questo fenomeno, si rischia di premiarla. Le precisazioni della Regione Calabria in tal senso, datate 28 Agosto, che escludono la possibilità di finanziare con questo bando le aree colpite da incendio nell’ultimo anno, sono rincuoranti ma non bastano: chiediamo una valutazione trasparente, approfondita e rigida delle domande, affinchè si sia assolutamente certi di finanziare quei progetti e quella parte di tessuto economico calabrese sani e rispettosi della nostra terra. Non solo: le aree colpite dagli incendi del 2017 vengano gestite direttamente dalla Regione Calabria e non siano oggetto di speculazioni: diamo un segnale forte ai criminali che stanno devastando il nostro patrimonio boschivo. Tanto devono fare ancora anche i Comuni, a partire dal nostro, sia in termini di prevenzione ma soprattutto in termini di valorizzazione del proprio patrimonio, per esempio attraverso lo sblocco del Piano di Gestione che resta chiuso in un cassetto favorendo una vera e propria anarchia nella gestione dei boschi, un tema sul quale al momento l’Amministrazione è totalmente al palo. Certo è che anche per quanto riguarda la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio boschivo, risulta palese l’inadeguatezza generale di una classe dirigente che si dimostra costantemente incapace di dare risposte concrete alle comunità e capace esclusivamente di spendere ingenti somme di denaro senza alcun risultato. Un esempio palese continua ad essere l’ente Calabria Verde, e non certo per demerito degli operai forestali i quali sono stati negli anni oggetto di immeritate crociate denigratorie, bensì per demerito di funzionari e dirigenti quasi sempre piazzati, direttamente o indirettamente, dalla politica. Una ragione in più per auspicare e lavorare ad un radicale rinnovamento della classe dirigente a tutti i livelli, un rinnovamento che deve partire dal basso e che, quindi, dipende da ogni calabrese
(fonte:comunicato stampa )

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