Quando la Chiesa entrava nella politica della città di Rossano, racconto di Martino A. Rizzo

Corigliano Rossano – Il secondo Dopoguerra del secolo scorso fu caratterizzato dal ritorno alla democrazia che fu accompagnata da un forte scontro tra i partiti e blocchi di partito, scontro che, prima che politico, era fondamentalmente una contrapposizione ideologica. Da un lato c’era la Democrazia Cristiana, con i partiti satelliti, fronteggiata dal blocco socialcomunista. Tutti e due i blocchi potevano contare su un vasto apparato di organizzazioni fiancheggiatrici, molto attive nella società. La DC però aveva un alleato di prim’ordine, la Chiesa Cattolica che attraverso le parrocchie assicurava una presenza capillare sul territorio. Ma non solo le parrocchie c’era l’Azione Cattolica, le ACLI, l’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC), l’Azione Cattolica Italiana (AC o ACI), i boy scout, ecc. L’8 febbraio 1948 Luigi Gedda, su incarico di Pio XII, fondò anche i Comitati Civici, una organizzazione finalizzata alla mobilitazione civico-politica dei cattolici. Anche perché forte di questi apparati, nelle elezioni politiche del 1948 la DC raggiunse il 48%.

A Rossano il conflitto politico non era da meno del resto d’Italia. Nel 1947 era stato eletto sindaco il comunista Giovanni Bruno. Nelle elezione politiche del 1948, anche se la DC raggiunse la maggioranza assoluta, furono eletti in Parlamento il socialista Domenico Rizzo, al Senato, e il sindaco Bruno alla Camera.

Il 13 gennaio 1949 venne nominato arcivescovo di Rossano mons. Giovanni Rizzo (11.11.1890-13.11.1980). Nato a Montedoro (CL), Rizzo da giovane era stato rettore del seminario arcivescovile di Caltanisetta, poi nel 1946 vescovo titolare di Lisiade e vescovo ausiliario di Palermo e quindi, una volta a Rossano, poteva contare su una consolidata esperienza nei rapporti che gli consentì di inserirsi da gran regista nella competizione partitica.

Nel 1952 la sinistra non fu più confermata alla guida dell’amministrazione cittadina che venne affidata a una giunta DC, MSI. Dopo le successive elezioni amministrative del 1956 uscì un opuscolo di poche pagine con il quale Mons. Rizzo prese ufficialmente e pubblicamente parte al dibattito politico.

“La Grazia e il Pane (Rilievi e chiarificazioni postelettorali)” è il titolo del libriccino spedito nelle case dei rossanesi che, già nella premessa, ribadiva il diritto del clero di dare direttive al cristiano-cittadino. In particolare “i Vescovi in occasioni delle elezioni politiche ed amministrative, compiono sempre il dovere di dare ai fedeli le direttive che sono stimate idonee a conseguire il maggior bene della comunità”. E tra queste direttive spiccava il “dovere di opporsi al comunismo e ai partiti affiliati”. Precisando che nelle elezioni appena tenute (quelle amministrative del ’56) non tutti gli sforzi erano “stati coronati dal successo desiderato” (la DC aveva avuto solo 12 seggi su 30, insomma non la maggioranza assoluta) e condannando “l’insipienza di alcuni nostri figli” in quanto “non è l’Aventino che salva gli assenti e gli astenuti”. In un apposito paragrafo poi veniva sottolineata l’antitesi tra “Religione e Comunismo” perché “il comunismo è la negazione della Religione Cristiana”. Perciò “se la dottrina socialcomunista è condannata dalla Chiesa, con la grave pena della scomunica, il cristiano – che si crede veramente tale – è obbligato sub gravi a non votarla, se vuole considerarsi in grazia di Dio e unito alla Chiesa”. È molto interessante leggere “La Grazia e il Pane” in quanto rappresentativo di un particolare periodo storico del nostro Paese. In questo contesto si inserisce l’immaginetta del 1958 della Madonna Achiropita accompagnata dalle frasi “La Vergine Santissima Achiropita Madre nostra ti benedica e protegga sempre”, e “che guidi la tua mente il tuo cuore la tua mano nel dare il voto il 25 maggio”. Il 25 maggio 1958 si dovevano tenere le elezioni politiche.

Va comunque detto, per completezza d’informazione, che Mons. Rizzo non limitava la sua azione alle sole competizioni elettorali, ma conduceva una politica attiva, a tutto campo, sul terreno fattivo delle opere e della difesa dei più deboli. È del 1953 la sua lettera pastorale a tutela delle raccoglitrici di olive ed è del 1955 quella sulla disoccupazione e il lavoro, testi che contengono denunce molto dure su queste problematiche, che di sicuro non piacquero ai proprietari e agli imprenditore cittadini. Molti furono inoltre gli asili, le scuole e le colonie realizzate nella Diocesi dalla Chiesa, così come tanti i pasti forniti ai bisognosi. Insomma la presenza di Mons. Rizzo spaziava e si avvertiva e tanti gli furono riconoscenti e devoti.

Il testo completo di “La Grazia e il Pane (Rilievi e chiarificazioni postelettorali)” è consultabile sul sito:

http://www.anticabibliotecacoriglianorossano.it/wp-content/uploads/2017/12/Rizzo-Giovanni.-La-Grazie-e-il-Pane-rilievi-e-chiarificazioni-postelettorali.-Tipografia-Pontificia.-Palermo-1956.pdf

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a

Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica

sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato

il romanzo Le tentazioni della

politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri

del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito

anticabibliotecacoriglianorossano.it. Nel 2019 ha curato la pubblicazione

dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,

Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,

Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.

Da fotografo dilettante cerca di cogliere

con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio

e le sue foto sono state pubblicate nel volume di poesie

su Rossano Se chiudo gli occhi.

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