Quando a Rossano c’erano l’Autobar, Cosimeddo e Tizzuno, racconto di Martino A. Rizzo – Prima parte

Quanta vita si respirava una volta quando si entrava a Rossano! Prima che fosse realizzato il nuovo accesso dal Quartiere Traforo, per raggiungere il Centro Storico si utilizzava principalmente l’ingresso cittadino di Porta Cappuccini che immetteva su Corso Garibaldi dove immediatamente ci si immergeva in una comunità vitale e accogliente con tanta cordialità che sprizzava dai volti della gente che si incontrava e dove non si faceva in tempo a salutare una persona che subito se ne salutava un’altra e poi un’altra ancora e così il percorso fino a Piazza Steri diventava teatro di un continuo scambio di saluti.

Sulla destra del Corso, dopo la curva delimitata dai palazzi Cosentino e Novelli, si trovava il distributore Esso di Graziano gestito da Cosimeddo, Cosimo Martucci, un grande lavoratore che accoglieva la clientela con i suoi modi squisiti, cortesi e riservati.

Di fronte c’era il distributore Agip di Giuseppe Levote, chiamato amichevolmente Tizzuno per il colorito scuro su una faccia da schiaffi con dei baffoni alla mongola. Sorridente e simpatico, con il tono della voce rauco, aveva la battuta sempre pronta e, quando non era di servizio, lo si incontrava per le strade in sella alla bici da corsa, sua grande passione insieme a quella per il buon vino. A dire il vero, prima di Tizzuno, sullo stesso lato della strada, in quel chioschetto bianco ancora esistente, aveva un minuscolo negozio di generi alimentari Teresa, conosciuta da tutti come Tresia.

Subito dopo l’Esso, tra gli anni ’50 e ’60, Tonino Beraldi realizzò l’Autobar, un locale per l’epoca all’avanguardia dove la sera, a volte, si faceva anche musica dal vivo. Poi Tonino emigrò in Germania e il locale venne rilevato dai fratelli Attadia che a fianco del bar impiantarono un lavaggio per auto.

Proseguendo ancora sulla destra, in direzione del Campo Sportivo Maria de Rosis, ci si immergeva nella grande vitalità del Quartiere Sant’Antonio, con le case abitate da tante famiglie i cui ragazzi si divertivano a giocare fino a sera sullo spiazzo davanti all’antica caserma dei “Pompieri”. Dietro queste case, i fratelli Calabrese realizzavano i “friscoli”, grandi dischi di giunco intrecciato, utilizzati nei frantoi per permettere la torchiatura della pasta di olive. A girare la ruota, fondamentale per realizzare i frisculi, ci pensava Vittorio, un altro personaggio, che abitava “a ri Cappuccini”.
Dopo i distributori di benzina, entrando nella parte storica del paese, sulla sinistra si incontrava il palazzo, tutt’ora esistente, detto della Ghiacciaia perché un tempo vi si lavorava il ghiaccio, successivamente adibito a tanti altri usi. Negli anni ’60 il lato iniziale dell’edificio, ad angolo, ospitava il Bar Vittoria, della famiglia Minnicelli, i Paschini di soprannome, che utilizzavano i locali che tanti anni prima avevano accolto il bar dei fratelli Luigi e Raffaele Amato. Dal Bar si poteva salire al mezzanino dove per un periodo c’è stato il ristorante nel quale prestava servizio in sala quel grande professionista che era Giovanni De Simone, che per una vita aveva lavorato al Bar Tagliaferri in Piazza Santi Anargiri. Impeccabile tra i tavoli, sempre con giacca bianca e farfallino, era conosciuto da tutti col soprannome di “Charlot” perché nel fisico ricordava il famoso comico. In questa sala si festeggiavano anche matrimoni e si tenevano veglioni.

Sul Corso, con la bella stagione, fino a sera c’era un via vai fino alla Ciampa di Viale Santo Stefano. Mentre d’inverno ci si limitava a passeggiare la domenica mattina dopo essere stati a messa.

Proseguendo dal Bar Vittoria verso il Centro della città, dopo pochi metri si apriva il portone principale del palazzo della Ghiacciaia che negli anni ha ospitato l’Ospizio per gli anziani, il Distaccamento della Polizia Stradale, il Liceo Scientifico e l’Istituto Tecnico Femminile. E la mattina intorno alle otto il Bar Vittoria era affollato da tutti i giovanotti che aspettavano le fidanzatine che frequentavano l’Istituto Tecnico, per salutarle. Negli anni ’60 nel Centro Storico di Rossano c’erano le sedi oltre che della Polizia Stradale e dei Vigili del Fuoco, anche dei Carabinieri, allocati nel secondo Palazzo Martucci sopra San Bernardino, e della Guardia di Finanza, posta vicino alla Scuola Elementare di San Domenico. Infatti era nel Centro Storico che si svolgeva la vita cittadina perché in quegli anni contava circa ventiquattromila residenti e di conseguenza era lì che le forze dell’ordine operavano maggiormente.

Proseguendo ancora, dopo il portone principale della Ghiacciaia, c’era il deposito dei “frisculi” dei fratelli Calabrese e più avanti l’officina dei fratelli Pedace, Tonino e Feruzzo, diminutivo di Alfredo, quest’ultimo alto e magro, ambedue tifosi sfegatati dell’Inter.  Essendo il Centro Storico un agglomerato super popolato doveva per forza avere anche tutti i servizi per le automobili ed ecco quindi distributori di benzina, officine, autolavaggi e anche carrozzieri. Infatti c’era l’officina di carrozzeria di mastro Zarafino (Serafino) Via, di fronte al Seminario, e quella di Ottavio Santulli vicino a Pente, all’altro ingresso della città.

Alla Ghiacciaia, più avanti ancora, c’era un locale utilizzato da Rafelino Pistola che noleggiava biciclette. Successivamente Rafelino, che era anche artigiano del marmo, si trasferì nel rione San Nilo, sotto il Palazzo Joele. Rafelino aveva un cane nero di nome Arno che con un biglietto nel collare e una borsa di plastica, di cui reggeva i manici con la bocca, andava in giro a fare la spesa per il suo padrone, arrivando anche fino a Piazza Santi Anargiri per acquistargli il quotidiano. Arno non abbaiava mai e gli mancava solo la parola, ma supplivano a questa carenza i biglietti con le richieste che Rafelino gli sistemava nel collare. (continua)

Martino A. Rizzo 

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a

Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica

sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato

il romanzo Le tentazioni della

politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri

del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito

www.anticabibliotecacoriglianorossano.it.  Nel 2019 ha curato la pubblicazione

dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,

Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,

Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.

Da fotografo dilettante cerca di cogliere

con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio

e le sue foto sono state pubblicate anche nel volume di poesie

su Rossano Se chiudo gli occhi di Grazia Greco.

 

 

Una risposta

  1. Beh che dire sono profondamente commossa e sinceramente grata al dr.Martino Rizzo di Rossano Calabro.Io sono vissuta a Rossano negli anni 60 per due anni non ricordo.Era precisamente il 1964 ed abitavamo sul finire di viale Santo Stefano in un palazzo fronte delle montagnelle rosse dove la sera si giocava e si ascoltavano le canzoni di quegli anni.Mio padre era un dirigente dell OVS e fu destinato non so li per qualche anno.Da allora non sono piu tornata a Rossano ma mi e rimasta bel cuore.Se il dr volesse contattarmi ne sarei onorata perche avrei molto da chiedere .Risposte che non ho petche i.miei genitori da anni e precocemente non ci sono piu Grazie .

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