Primarie: il Pd festeggia Renzi, Orlando a Corigliano

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Anche a Rossano vincono i renziani, come a Cariati e in altri centri dello jonio, eccezion fatta per Corigliano dove s’impongono i rappresentanti del ministro della giustizia Orlando. Anche in questo il Pd brilla, non si mancare proprio nulla da queste parti. In un territorio che ha subito l’ingiusta soppressione del tribunale di Rossano, si registra consenso nei confronti di un ministro (Giustizia) che non vuol sentir ragione riguardo la soppressione del Palazzo di giustizia, nonostante avesse assunto impegni in tal senso. Ma, evidentemente, la coerenza è un valore che in politica non conta. Vince invece la cultura dei pacchetti di voti, delle correnti, dei pretoriani jonici sempre pronti a svendersi per un piatto di lenticchie. Ma questa è vecchia storia su cui anche la magistratura, ove si rinvengono ipotesi di reato, riesce a far poco.
Tra l’altro, sabato scorso, pare sia giunta a Rossano l’on. Enzo Bruno Bossio al fine di incontrare i lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità. Non è dato sapere il contenuto dell’incontro.
Per il segretario Franco Madeo ( pro Emiliano) è stata scritta una “bella pagina” di democrazia. A Rossano hanno votato settecento cittadini. Questi i risultati: Matteo Renzi ha raggiunto il 54.17% dei voti (377 voti), Michele Emiliano il 32,47 % (226 voti) e Andrea Orlando il 13,36% (93 voti), 4 bianche e 3 nulle. Madeo ringrazia l’elettorato “che ha scelto liberamente di partecipare”. I Dem in parte partito di governo in città continuano a soffrire non solo di correntite spesso legata alla corse alle poltrone, ma a un eccesso di litigiosità interna che questa volta raggiunge punte massime. Non è un caso quanto accade all’interno della casa comunale dove la spaccatura è evidente. Manca una guida autorevole dall’alto: Cosenza, a sua volta divisa in corpuscoli. Renzi, così come preannunziato, intende promuovere una forte azione di rinnovamento, ma come farlo in Calabria diviene alquanto difficile supporlo. Una regione, questa, che vive di incrostazioni storiche e dove il regime apparentemente democratico comanda, dettando le regole del gioco. D’altronde in politica contano i numeri, quindi il consenso, che spesso non coincide con il voto di opinione ma con il baratto. Un sistema viziato all’origine non può trovare accoglienza nell’onestà. Rossano e comuni circostanti culturalmente e politicamente continuano a regredire. Piazze piene (quando va bene) per iniziative ludiche, vuote laddove occorre esprimere una forte indignazione nei confronti di uno Stato che non riesce a giustificare la chiusura del tribunale di Rossano. Quel che lascia ulteriormente perlessi è che lor signori (rappresentanti delle istituzioni) vengono persino votati. E chi li vota talvolta non conosce neppure il soggetto di cui si parla. Degrado nel degrado. Nelle ultime ore il Gruppo d’Azione per l Verità sul tribunale di Rossano ha affiancato una iniziativa musicale tenutasi in Piazza B.Le Fosse. L’obiettivo è raccogliere adesioni in vista della manifestazione di protesta programmata per il 18 maggio a Roma in Piazza del Quirinale. C’era il sindaco Stefano Mascaro, l’assessore con delega alla giustizia Dora Mauro (tra l’altro tra i componenti del Gav), non c’erano gli avvocati-amministratori, alcuni dei quali tacciono sulle ipotesi di corruzione che si celano dietro l’ingiustificata chiusura del tribunale. Al di là di Rossano, nel territorio è tempo di cambiare registro. La politica dei mendicanti ha prodotto solo soppressioni e depotenziamento in tutti i settori. Si ha bisogno di amministratori con la “schiena dritta”, dignitosi e orgogliosi di appartenere a questa terra. Di “portaborse” che scelgono la strada del servilismo se ne ha abbastanza. L’auspicio è che vi possa essere una profonda presa di coscienza di quanto sta accadendo.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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