Porto Gioia Tauro. Oliverio scrive a Conte, no a eliminazione risorse

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Mario Oliverio

Il Presidente della Regione, Mario Oliverio, ha trasmesso al Presidente del Consiglio Conte una lettera per evidenziare la gravità della scelta assunta dal Governo nazionale con la legge di bilancio per l’eliminazione delle risorse già programmate per incentivare gli investimenti e per il commissariamento dei comitati di indirizzo che, nel caso calabrese, avevano già avviato le attività operative.

Il porto di Gioia Tauro è in un momento particolarmente importante. Con il potenziamento della presenza del transhipment da una parte e il rafforzamento del ro-ro dall’altra, si è entrati in una fase di stabilizzazione del lavoro relativo alle banchine; allo stesso tempo si sono avviati significativi investimenti industriali nell’ambito portuale con la ricollocazione di attività e l’uso di manufatti industriali creando ulteriori occasioni di lavoro. Il finanziamento da parte della Regione della banchina Ovest pone le basi per lo sviluppo delle attività di carenaggio. La ZES costituisce il punto di riferimento più avanzato per tutti gli imprenditori che stanno impegnando, o pensano di impegnare, i propri investimenti nel porto sia in attività maggiormente connesse con le banchine sia in attività industriali che hanno una forte connotazione di import-export. E ciò non solo nel porto di Gioia Tauro ma in tutti i porti dell’Autorità Portuale e in quelli del sistema Gioia Tauro, facenti capo alla ZES. In questo contesto particolarmente delicato, con l’avvio o il forte potenziamento di tante iniziative industriali, sembra mancare un deciso supporto da parte dello Stato.

“Gli elementi che abbiamo a disposizione – ha dichiarato il Presidente Mario Oliverio – che derivano dalle informazioni della stampa nazionale ci inducono a segnalare lo stop di fatto che il Governo sta dando alle ZES, proprio nel momento in cui con le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate del 25 settembre, stavano entrando finalmente in piena fase operativa. Commissariare un organo espressione del Governo quale è il Comitato di indirizzo supera abbondantemente la soglia del ridicolo, cioè il Governo sta commissariando se stesso. Mentre supera la soglia del tragico il togliere i 300 milioni prima dati alle ZES per immetterli in non meglio precisati nuovi strumenti per le imprese. Per questo è necessario che il Governo receda da questa posizione che colpisce in modo mirato il Mezzogiorno, le sue aree più attrattive che sono quelle vocate a ZES e tutti gli imprenditori che hanno creduto e credono in questo percorso. Allo stesso tempo affonda tutte le indicazioni provenienti dai più importanti istituti di ricerca, tra gli altri SVIMEZ, che hanno segnalato come le ZES rappresentino una delle migliori leve di sviluppo per il Mezzogiorno”.

“Non vorremmo che ci sia una strategia organica, con passi precedenti a questo odierno sulla ZES, per non far mai decollare il porto e l’area industriale di Gioia Tauro: da una parte il Ministero delle Infrastrutture non ha speso ad oggi un euro dei soldi dati da Bruxelles a Roma per essere spesi a Gioia Tauro nel programma 2014-2020 – e ormai siamo all’ultimo anno-, dall’altra lo spezzatino fatto dal Governo dei porti della Calabria con l’imposizione governativa di un vertice dello Stretto contro il volere – per motivi diversi – di Calabria e Sicilia, altro primato difficilmente eguagliabile” (Comunicato stampa).

 

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