Partito Comunista Italiano di Rossano: su fusione maggiore coinvolgimento

partito comunista

Fino ad oggi, a quanto ci risulta, a discutere di fusione tra le Città di Corigliano e di Rossano per la creazione di una Città Unica e giungere a sottoscrivere un protocollo di intesa intercomunale il più possibile largamente accettato e condiviso dalla stragrande maggioranza dei cittadini, sono stati esclusivamente i due Sindaci e qualche componente delle due Giunte, in quanto fino ad oggi a soggetti esterni agli addetti ai lavori non è pervenuto alcun invito a partecipare alla discussione.

Il Partito Comunista Italiano (PCI) di Rossano, e senza tema di essere smentito anche di quello di Corigliano, è fortemente preoccupato per la piega, che si sta dando alla procedura finora attuata per dar vita concretamente alla fusione delle due Città negli esclusivi interessi sociali, economici culturali e produttivi delle popolazioni, che dovranno diventare un solo corpo ed una sola anima.

La fusione non può essere un’operazione esclusiva di vertici e di burocrati senza il benché minimo coinvolgimento delle forze vive, sane, culturali, produttive e rappresentative delle due Città, ma un processo di diffusa compartecipazione del tessuto socioeconomico di queste due realtà alla discussione, per predisporre una base d’accordo il più largamente condivisa.

Perché i due Sindaci, coadiuvati dai due Consigli Comunali, non hanno ancora convocato i primi incontri con la partecipazione dei due Consigli Comunali, dei Partiti politici e dei Sindacati operanti nei due territori e delle Associazioni di Categorie da loro organizzate, delle Associazioni Culturali e di Volontariato, affinchè possano confrontarsi democraticamente e dare il loro contributo plurale di idee sulla fusione?

Il PCI di Rossano-Corigliano può affermare categoricamente che fino ad oggi non ha ricevuto uno straccio di invito a partecipare a qualche parvenza di discussione corale democraticamente convocata. Tutto si sta svolgendo nelle segrete stanze del potere senza alcun coinvolgimento di soggetti esterni. Tutto deve cambiare, purchè la gestione della cosa pubblica rimanga ben salda nelle mani dei soliti ammanicati, trafficoni e impiccioni di professione e fiduciari dei poteri forti.

Il PCI di Rossano-Corigliano, prima di Natale, ha proposto di creare un Coordinamento Democratico, in cui fossero presenti in forma paritaria i due Sindaci, le due Giunte e i due Consigli Comunali, i Partiti Politici organizzati sui rispettivi territori, i Sindacati e le relative Associazioni di Categorie, le Associazioni Culturali e di Volontariato, perchè “… preparino le elezioni ed elaborino il documento programmatico di attuazione concreta della volontà referendaria del popolo per la fusione delle due Città in UNA” e, soprattutto, di non dimettersi, se prima non si fosse concordato un protocollo di intesa largamente condiviso per andare alle prime elezioni del Consiglio e del Sindaco, evitando così che il processo di fusione sia gestito esclusivamente dai due commissari prefettizi, che porterebbero avanti una fusione autocrate e per questo non democratica e plurale.

Il PCI è in attesa di un confronto popolare sulla costituenda Città Unica Corigliano-Rossano

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