Parchi eolici offshore al largo dei porti dell’Arco Jonico, candidato Mazza: «Sul nostro mare solo turismo»

Ferma opposizione all’idea prospettata dal Presidente dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro, più rispetto per la nostra vocazione naturalistica del territorio –

Domenico Mazza

Non sono mai stato contrario ai processi di innovazione tecnologica quando questi si dimostrino forieri di migliorie per i territori. Tuttavia considerare il bacino del Golfo di Taranto, la baia Jonica, la naturale allocazione di parchi eolici offshore al largo dei porti di Crotone e Corigliano-Rossano, poco collima con una destinazione turistico-diportistica dell’area. I porti jonici hanno una naturale vocazione d’uso di tipo crocieristico mercantile, che mal si concilierebbe con quanto sopra prospettato.  Meraviglia che l’Autorità di Sistema di Gioia Tauro, tenga in considerazione i due principali porti dello Jonio calabrese, quando vengono lanciate proposte che stonano con le attitudini dei territori impattati. Così come successo durante il meeting di Rimini, dove il Presidente dell’Autorità di Sistema dei mari Tirreno meridionale e Jonio, ha prospettato un futuro come Hub per i parchi eolici offshore per i porti di Crotone e Corigliano-Rossano.  Comprendo che la produzione di energie rinnovabili e pulite sia alla base dei processi di crescita per l’umanità e fedele ai dettami europei in materia. Pur tuttavia, utilizzare la scusa di una manciata di posti di lavoro nell’assemblaggio di pale eoliche (grandi quanto la Tour Eiffel) sulle banchine dei porti di Crotone e Corigliano-Rossano, credo sia l’ennesimo trattamento a pesci in faccia riservato agli invasi jonici.

Senza considerare che già la Calabria produce oltre il 130% delle energie pulite del Paese. Basterà dare un colpo d’occhio all’altopiano di Capo Rizzuto ed alle colline che accompagnano la confluenza del Crati e dell’Esaro per comprendere quanto già l’eolico impatti violentemente il territorio. E non mi sembra che questo si sia tradotto in un aumento considerevole dell’offerta di lavoro nell’area.  Abbiamo bisogno di creare politiche che elevino l’offerta di lavoro e, soprattutto, la propaghino nel tempo.

Considerare la destinazione d’uso dei principali porti jonici, già forzatamente inglobati in un’Autorità di Sistema che poco collima con le vocazioni della baia, come Hub per le energie rinnovabili, non combacia con una visione turistica che da Le Castella a Santa Maria di Leuca dovrebbe parlare un’unica e sola lingua: quella del turismo interregionale e destagionalizzato.  I 24 porti del contesto calabro-appulo-lucano, dovranno ragionare in stretta sinergia ed aprirsi alla collaborazione ed all’intermodalità per aree ad interesse comune.  Piuttosto bisognerà battersi per dare un’identità di sistema ai porti di Corigliano-Rossano e Crotone nell’alveo dell’Autorità di Bacino di Taranto. Restare sotto l’egida di Gioia Tauro significa giocare al gatto che si morde la coda. Seguiamo l’esempio di quanto fatto per i porti dello Stretto, dove una dedicata Autorità si occupa degli invasi di riferimento.  Non possiamo continuare a restare marginali e fuori contesto rispetto a Gioia Tauro che, tra l’altro, si occupa esclusivamente di transcipment (trasbordo container).  Il nostro futuro, il futuro del Crotonese e della Sibaritide passa dallo Jonio, dall’Arco Jonico.

Iniziamo a pensare politiche comuni insieme a Taranto e cerchiamo di mettere a sistema le porzioni di area ZES comprese tra i due porti jonici e lo scalo di Sant’Anna, insieme alle rimanenti parti della ZES tarantina. Solo così si potranno creare i presupposti per una rivoluzionaria visione territoriale, trasformando l’area da sistema periferico e decontestualizzato a perno della intermodalità mediterranea.  Il progetto che porterò avanti con estrema determinazione sarà la costituzione di un’Area Metropolitana che prevede le aree costiere e pedemontane da Crotone a Gallipoli. Immaginare schemi di convenzione con agenzie di navigazione per collegamenti via mare con l’attivazione di  aliscafi tra i 24 porti esistenti così da collegare le tre regioni in un batter d’occhio. Ed è per questo che il mare deve essere libero da pale eoliche o dalle solite ipotizzate trivellazioni.

Domenico Mazza – indipendente – Candidato Collegio camerale uninominale CO-RO-KR per la federazione Azione-Italia Viva.

 

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