Ospedale Rossano, rivendicano la paga e vengono trasferiti

ospedale

La Cgil accende i riflettori sulla vicenda che riguarda due lavoratori occupati alle dipendenze dell’azienda Punto Servizi, come portieri presso l’ospedale “Nicola Giannettasio” di Rossano, in appalto dell’Asp di Cosenza. Come denuncia il segretario generale Filcams Cgil comprensoriale Andrea Ferrone, “è incredibile ciò che accade a due lavoratori di Rossano, che per rivendicare il proprio salario, ormai indietro di 10 mesi, vengono sistematicamente trasferiti in sedi lontane, quanto per loro irraggiungibili essendo part time a 2 ore al giorno e monoreddito!”. È lo stesso Ferrone ad evidenziare che “le retribuzioni vengono sistematicamente negate, solo al pagamento da parte dell’ASP delle fatturazioni, la Punto Servizi, provvede a saldare qualche arretrato, lasciando fuori però, già da 3 anni, le 13^ mensilità. A ciò si aggiunga che i ritardi costanti di pagamento hanno oggi determinato che l’ultimo salario retribuito ai lavoratori risale a settembre 2016. Questa situazione illegittima mette i lavoratori e le loro famiglie in condizioni drammatiche, tali da non poter sostentare se stessi e i figli”.
La Filcams Cgil “ha continuamente segnalato tale incresciosa situazione alla Stazione Appaltante Asp di Cosenza, per chiedere il rispetto dei diritti oppure la revoca dell’appalto all’azienda che si rende inadempiente. Vogliamo sapere cosa osta al mantenimento della legalità in una situazione così drammatica e perché non si procede al richiamare ognuno ai propri doveri. Non essendo indifferenti alla problematica, la Filcams Cgil ha interessato della vicenda, il Sindaco di Rossano e soprattutto ha chiesto a S.E. il Prefetto di Cosenza, Dott. Tomao, di convocare con urgenza un tavolo in prefettura per affrontare con decisione tale deplorevole vertenza, ciò anche per evitare gesti inconsulti da parte dei lavoratori ormai esausti! La Filcams Cgil – conclude Andrea Ferrone – auspica una positiva e veloce risoluzione ma avverte che terrà alta l’attenzione su tale vicenda”.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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