“D’altronde il contratto è chiaro: le vecchie posizioni decadono automaticamente quando subentra una nuova organizzazione, cosa che non è successa all’Asp di Cosenza e di questo qualcuno dovrà renderne conto nelle sedi opportune. Ci aspettiamo, quindi, che la decisione del commissario sia consequenziale nei fatti e che si smetta di pagare posizioni organizzative come accaduto in questi anni, provocando danni erariali e dispendio di risorse”. Da qui la richiesta di azzerare ogni nomina e delega e procedere al nuovo bando con regole chiare ed inequivocabili. “Non siamo contro le posizioni organizzative ma il criterio di scelta deve essere limpido e quanto più inclusivo” la pretesa del presidente.
Altra nota dolente invece riguarda l’esercizio abusivo della professione che persiste ormai da sempre. “Ci sono articoli importanti, il 348 del codice penale ad esempio, che dovrebbe incutere timore e preoccupazione”, spiega Sposato. “Chi esercita abusivamente può pagare una sanzione che va da 10 a 50 mila euro, oltre la reclusione da sei mesi a tre anni. Stessa cosa per i proprietari delle strutture sanitarie. Sia pubbliche che private. Chi consente che nelle cliniche operino abusivi non iscritti all’Ordine e chi determina che tale abusivismo abbia luogo, rischiano la reclusione da uno a cinque anni ed una multa da 15mila a 75mila euro”. Ecco perché Sposato invita anche i cittadini a pretendere professionisti riconosciuti, prima di qualsiasi intervento. “Chiedete da chi siete assistiti, è un vostro diritto. Invieremo una missiva a tutte le strutture per vigilare, altrimenti saremo di fronte alla corresponsabilità e ciò non può più accadere. Per nessuno”.
Comunicato stampa