Operazione Gentlemen, trentadue arresti disposti dal gip distrettuale

 

Notificata l’ordinanza del gip distrettuale di Catanzaro agli indagati della vasta operazione contro il narcotraffico Gentleman, messa a segno nella Sibaritide e, in particolare, sull’asse Corigliano-Cassano dalla Guardia di Finanza. Operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro in sinergia con le Procure di Brescia e Matera, che ha sventato un giro di affari che si aggira attorno ai 45 milioni di euro. Dopo i fermi di indiziato di delitto disposti dalla Procura e dopo gli interrogatori di garanzia svoltisi per rogatoria, gli atti erano stati trasmessi, per competenza, al gip distrettuale di Catanzaro che ora ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare per trentadue persone. Già nei giorni scorsi il gip distrettuale aveva emesso anche il decreto di sequestro preventivo di beni immobili, quote societarie, autovetture e imbarcazioni. I provvedimenti cautelari sono stati notificati dalle fiamme gialle tra Calabria, Puglia, Basilicata, Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia. Tra i dirigenti del sodalizio, riconducibile secondo gli inquirenti al clan degli zingari di Cassano allo Jonio, attivo nella Sibaritide e sulla fascia ionica cosentina, vi sarebbero il cassanese Luigi Abbruzzese e il coriglianese Filippo Solimando. Le indagini, protrattesi per circa due anni, hanno consentito agli inquirenti di appurare come l’organizzazione criminale avesse accesso ai mercati sudamericani, per quanto riguarda la cocaina, e a quelli dell’est europa per l’eroina e la marijuana. Gli investigatori hanno inoltre svelato l’esistenza di una rete di narcotrafficanti internazionali in grado di spostare la droga dall’Albania all’Italia, avvalendosi di vettori marittimi, mentre la cocaina e l’eroina veniva trasportata mediante automezzi dotati di vani nascosti. Luigi Abbruzzese, figlio di Francesco Abbruzzese alias Dentuzzo, ritenuto il presunto boss degli zingari, è tuttora irreperibile, mentre di recente si era presentato ai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza Antonio Pavone, non rintracciato durante il blitz del 16 febbraio scorso.

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