Operazione Easy Allowance 2. Procuratore Facciolla: “Truffe, reato diffuso”

Alluvione 2015

grazioli-facciolla-roccoUn fenomeno diffuso al quale questo territorio si è quasi assuefatto, favorito da un tessuto economicamente debole e in grado di suscitare anche l’interesse della criminalità organizzata. A sottolineare la peculiarità dell’operazione il procuratore capo Eugenio Facciolla: “Si tratta di un reato ricorrente in questo territorio caratterizzato dalla mancanza di risorse. Ma il segnale che intendiamo lanciare è chiaro: di fronte alle truffe in aumento abbiamo intensificato e continueremo ad intensificare i nostri sforzi”. Nell’inchiesta, come evidenziato dal tenente colonnello Sergio Rocco, non sono coinvolti soggetti con precedenti penali ma la diffusione è stata così ampia da interessare interi nuclei familiari, anche attraverso il “passa parola”. Induce a riflettere sulle condizioni del territorio il colonnello Marco Grazioli: “In questo modo non si crea economia, né sviluppo. Simili strategie devono essere respinte con decisione e, per farlo, serve la sinergia istituzionale a tutti i livelli”. Capillare e minuzioso il lavoro di accertamento svolto dalle fiamme gialle, che ha consentito di segnalare alle competenti Autorità Giudiziarie: 12 soggetti per i reati di associazione a delinquere e truffa; 22 soggetti (anagraficamente inesistenti), per concorso in truffa; 447 soggetti, per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e concorso in truffa. Si è giunti inoltre alla esecuzione di  2 fermi di indiziato di delitto (ex artt. 115 e 575 c.p.); di 11 misure cautelari personali, di cui n. n. 1 in carcere, n. 4 agli arresti domiciliari e n. 6 di obbligo di presentazione alla P.G.; del sequestro preventivo di beni, finalizzato alla confisca anche per equivalente, sin alla concorrenza del valore complessivo di circa € 7 milioni, disposto, nel tempo, dalle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Castrovillari, Cosenza, Paola e Lamezia Terme; del sequestro conservativo di beni, a carico dell’indagato principale, sino alla concorrenza dell’importo complessivo di € 4,5 milioni, disposto dalla Procura Regionale della Corte dei Conti di Catanzaro.

Fonte: La Provincia

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