Operazione “Demetra”: oltre 200 braccianti sfruttati tra Calabria e Basilicata |VIDEO

Associazione a delinquere finalizzata al caporalato e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono queste le principali accuse di cui dovranno rispondere, a vario titolo, gli indagati dell’operazione “Demetra” condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari. Il blitz di questa notte, che ha visto impegnati oltre 300 finanzieri del Comando provinciale di Cosenza e dei Reparti di Catanzaro e Crotone, ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Castrovillari a carico di 60 persone: 14 in carcere, 38 ai domiciliari, 8 con obbligo di presentazione alla p.g. Sequestrate anche 14 aziende agricole, 12 in provincia di Matera e 2 nella provincia di Cosenza, nonché 20 automezzi utilizzati per il trasporto dei braccianti reclutati.
L’indagine ha preso le mosse da un controllo effettuato dai finanzieri della Tenenza di Montegiordano, di un furgone che, diretto nelle campagne lucane, percorreva la S.S. 106 Jonica con a bordo 7 braccianti agricoli provenienti dalla Sibaritide. Un’inchiesta protrattasi per più di un anno, anche attraverso intercettazioni, osservazioni, pedinamenti e acquisizioni documentali, che ha portato alla luce oltre 200 braccianti reclutati, anche mediante un sistema di assunzioni fittizie, e condotti sui campi in condizioni di sfruttamento, costretti a lavorare in assenza di dispositivi di protezione individuale, impiegati in turni di lavoro usuranti e costretti ad accettare condizioni di lavoro degradanti e non conformi alle prescrizioni giuslavoristiche vigenti.

Due le associazioni criminali smantellate tra la Calabria e la Basilicata. La prima, impegnata in una fiorente attività d’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, costituita, a vario titolo, da 47 soggetti. Tra questi 16 cosiddetti caporali, 8 sub-caporali, 22 utilizzatori, 1 ex dipendente pubblico. La seconda composta da 13 soggetti, impegnata, oltre che nell’illecito sfruttamento della manodopera, anche nel favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le indagini della Guardia di Finanza di Montegiordano hanno infatti consentito di far emergere un’organizzata struttura criminale che, dietro pagamento di cospicue somme di denaro, organizzava matrimoni “di comodo” (poi seguiti da separazioni e divorzi), finalizzati a garantire la permanenza sul territorio italiano di una pletora di soggetti irregolari ovvero a favorire, mediante permessi di soggiorno per ricongiungimento familiare, l’ingresso di soggetti dimoranti all’Estero.

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