Omicidio Pasquale Aquino, ecco cosa non convince il gip: il ruolo dei Chiaradia
![]() |
![]() |
![]() |
Se Francesco Le Pera è ritenuto uno degli esecutori materiali dell’omicidio di Pasquale Aquino, commesso ad inizio maggio del 2022, i fratelli Giovanni e Piero Francesco Chiaradia, sono ritenuti dalla Dda di Catanzaro i presunti pianificatori del delitto di sangue maturato, dal loro punto di vista, in un contesto criminale molto allarmante. Il gip De Salvatore, tuttavia, non condivide la ricostruzione investigativa sui due indagati, avendo rigettato la richiesta di misura cautelare avanzata dall’ufficio inquirente diretto dal procuratore Nicola Gratteri.
«La piattaforma indiziaria nel loro caso si basa sulle risultanze intercettive» si legge nelle carte dell’inchiesta. «La prima conversazione da cui sembrerebbe emergere un interesse dei Chiaradia verso Pasquale Aquino appare troppo generica». Aggiunge il gip: «Da essa infatti risulta solo che un soggetto di nazionalità marocchina non meglio identificato voleva parlare con uno dei due fratelli a proposito di Pasquale “lo sposato” perché quest’ultimo stava parlando troppo (non è dato sapere di cosa)».
Infine, ma non per ultimo, «sul piano temporale va rilevato che tra le intercettazioni riguardanti i Chiaradia e la data dell’omicidio intercorre un arco temporale di due mesi durante il quale non si registrano altre intercettazioni in grado di attestare gli sviluppi della presunta attività di pianificazione avviata». Stessa cosa dicasi sul passaggio delle armi, in quanto quelle utilizzate per compiere l’omicidio di Pasquale Aquino «sono state rinvenute tra quelle sequestrate il 6 agosto, e fino a quel momento erano rimaste nella disponibilità di Le Pera e dei soggetti a lui vicini».