Novant’anni fa la visita di Escher a Rossano, racconto di Martino A. Rizzo

Corigliano Rossano – Nel pomeriggio di mercoledì 21 maggio del 1930 arrivarono a Rossano quattro amici, tutti stranieri: Giuseppe Haas-Triverio, Robert Schiess, Jean Roussett e Maurits Cornelis Escher. Haas-Triverio, svizzero, era un incisore, xilografo e pittore. Robert Schiess, anche lui svizzero, pittore, prestava servizio come guardia svizzera presso il Vaticano e non si distaccava mai dalla sua fedele cetra tirolese. Jean Roussett era un giovane storico francese, accompagnato sempre dalla sua grande macchina fotografica, bravissimo negli epigrammi. E Maurits Cornelis Escher, Mauk per gli amici, era un incisore e grafico olandese che avrebbe lasciato un segno profondo in queste arti. Insomma quattro compagni di viaggio, tutti di alto spessore culturale e accomunati dalla voglia di scoprire le bellezze calabresi.

A Rossano trovarono posto in una locanda tra Piazza del Popolo e via degli Alberghi dove si riposarono un poco. Stavano facendo un tour della Calabria in treno e autobus, con delle soste velocissime. Erano stati a Tropea, a Scilla, a Pentadattilo. Lunedì erano partiti da Catanzaro, per passare poi a Crotone, Santa Severina, quindi la mattina del 21 a Cariati e nel pomeriggio finalmente a Rossano.
Fatto un po’ di ordine alle loro cose, nella locanda si informarono dove avrebbero potuto cenare e gli venne consigliato una osteria a due passi, vicino al Seminario, forse Marinelli. Infatti l’osteria Marinelli ha la licenza amministrativa dal 1952, ma Tonino, il nonno dell’attuale gestore – che si chiama Tonino pure lui – la gestiva da sempre. L’oste prese dalla botte un litro di vino paesano e gli mise sul tavolo un piatto con della bella sardella rossa. Agli stranieri questa crema piccante, spalmata su fette di pane, con punte di argento e un forte e buono sapore di pesce, parve molto strana, ma comunque piacevole. “Come si chiama questa meraviglia?”, chiesero. “Rosa marina”, fu la pronta risposta. “Rosa marina,
rosa rosa marina” iniziò a canticchiare Robert Schiess, fantasticando con quali note avrebbe potuto accompagnare con la cetra la nuova canzoncina. E brindarono alla loro amicizia, all’interessante viaggio che stavano facendo e a Rossano che li stava ospitando. Quella sera Escher, il grande artista olandese, aveva dentro una grande quiete. La notte, con ancora nella bocca il sapore del vino paesano e della sardella, dormirono proprio bene.

La mattina, riposati e felici, fecero un giro per la città, arrivando a San Marco che immortalarono con bellissime foto. Il paesaggio di rocce e argille, contornato dalle foreste
della Sila Greca, sembrava che comunicasse con Escher e che lui riuscisse a carpirne gli aspetti più reconditi. Dopo, Escher scese verso i Pileri, arrivando a Celadi. Attraversato il torrente, tra mulini, frantoi e le donne che lavavano i panni nella limpida acqua che scorreva, inebriato dal profumo degli aranci fioriti, risalì verso Santa Maria delle Grazie in modo da avere Rossano di fronte e poter saziare lo sguardo con quella stupenda cartolina. Da un pianoro, all’ombra degli ulivi, la pennellata dell’azzurro del mare arricchiva quello spettacolo naturale delimitato dalle vette del Pollino, che con le ultime macchie di neve contornavano splendidamente il golfo di Corigliano. Da lì Escher, disegnò Rossano come una fenditura tra gole di montagne, dove le case e gli alberi erano quasi indistinguibili, con le pareti di rami che si confondevano con le mura di corteccia. Disegnava pensando già alla pietra o al legno sui quali avrebbe inciso la sua opera. Poi venne attratto da un albero antico, col tronco avvinghiato, una vera e propria scultura di legno che non poté non riportare sul foglio. Nel frattempo Schiess e Haas-Triverio si soffermavano a disegnare la chiesa di San Marco. Quella notte, stanchi per la giornata faticosa trascorsa, dormirono avvolti nella frescura che arrivava dalla Sila.

Il giorno dopo salutarono Rossano, diretti a Spezzano Albanese e poi Castrovillari e poi ancora Morano e Rocca Imperiale. A Spezzano Albanese, alla stazione delle corriere, Escher immortalò Schiess con la sua cetra, mentre durante la coincidenza, tra un mezzo e un altro, allietava l’attesa con intermezzi musicali. Rousset, invece, si deliziava nel riprendere un uomo che salutava in arbëreshë. E tutto intorno le cime delle vette e gli altipiani verdi toglievano il fiato.

Martino A. Rizzo

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a

Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica

sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato

il romanzo Le tentazioni della

politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri

del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito

anticabibliotecacoriglianorossano.it. Nel 2019 ha curato la pubblicazione

dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,

Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,

Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.

Da fotografo dilettante cerca di cogliere

con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio

e le sue foto sono state pubblicate nel volume di poesie

su Rossano Se chiudo gli occhi.

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