Comune unico: si decide il referendum, non la fusione

fusione

Il tema del momento è la “fusione”, o meglio lo strumento referendario. Perché è di questo che si parla, non di altro. E’ in discussione la partecipazione democratica nelle decisioni e nelle scelte del territorio dell’elettore. L’approvazione della fusione è altra cosa. Si stanno mettendo su “comitati” a favore e contro la fusione, glissando forse volutamente la questione vera che non è per l’appunto la realizzazione del comune unico, ma il voler sottrarre il potere ai cittadini di decidere. Ragion per cui dovrebbero sorgere, almeno in questa fase, comitati pro o contro il referendum. Nel frattempo tiene banco la sortita del sindaco di Corigliano Giuseppe Geraci di avanzare la richiesta di sospensione del referendum al governatore Mario Oliverio che, forse, risulta il vero responsabile degli attuali dissidi, poiché se avesse voluto, lo stesso Oliverio avrebbe già fissato la data del referendum, così come ha fatto speditamente per i 5 comuni della presila. Il coordinatore delle cento associazioni Amerigo Minnicelli bacchetta Geraci reo di avallare testi contrasti “nonostante i pareri negativi espressi dal Sindaco di Rossano Mascaro e dall’ex Antoniotti, dal Comitato 100 Associazioni, dagli On.li Graziano e Bevacqua, dalla ex deputazione (Dima, Caputo, Pacenza, Gallo, Bruno), dal Consiglio Regionale e dalle stesse opposizioni e movimenti cassanesi”. Minnicelli riprende il “tarlo” di Geraci sulle condizioni di cassa del comune di Rossano. Il sindaco di Corigliano- afferma il movimentista-scambia “carte “conzate” con soldi veri, come facevano certe imprese … con le carte aggiustate dai commercialisti che servivano per scansare i fallimenti o peggio la bancarotta e non per portarle in banca. La realtà dei debiti dei due Enti è cosa complessa quanto critica e proprio da una Fusione fatta bene potrebbero trarre entrambi, una volta per tutte, le soluzioni migliori per pagarli a suon di sviluppo, invece che spalmarli (anche quelli nascosti) in 15 o 30 anni sulle spalle delle generazioni future e “far finta di essere sani”. Secondo Minnicelli “i due Sindaci devono ricercare maggiore sintesi e maggiore comunanza. Mesi fa le due Amministrazioni e il Comitato avevano deciso la creazione di una piccola Commissione consultiva paritetica che facesse sintesi e orientamento positivo. Si è preferito fare altro”. Il coordinatore delle cento associazioni rinnova la richiesta ai Sindaci, affinché insieme, rapidamente vadano dal Presidente Oliverio e fissino la data del Referendum”. E proprio ieri mattina i due sindaci (Mascaro e Geraci), hanno scritto al presidente della Regione Oliverio affermando in una nota congiunta: “ferma restando la volontà dei due Enti, peraltro espressa in sede di Consiglio Comunale, di procedere alla fusione secondo la regola dettata dalla normativa vigente, nazionale e regionale, veniamo a rappresentarLe l’esigenza che il processo avviato possa trovare adeguati spazi temporali per arrivare all’appuntamento referendario con una migliore organizzazione ed il massimo coinvolgimento delle rispettive comunità. Avendo presente che già la sola dimensione dei due comuni fa dell’evento un fatto di per se stesso straordinario. Perciò le chiediamo che, nell’ambito delle sue prerogative, fissi la data del referendum in un termine utile a soddisfare l’esigenza rappresentata e perciò oltre i 90 giorni indicati dalla norma”. Una richiesta che è parsa ai più strana. Quasi si volesse prendere tempo per fare cosa? Per sondare lo stato di salute del Comune di Rossano? La stessa amministrazione di Rossano nelle ultime ore ha chiarito che in caso di fusione, nei confronti dei comuni in stato di sofferenza interviene lo Stato con agevolazioni finanziarie. La confusione regna e non accenna a placarsi.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati: