Migranti: il piccolo Cisse, sfuggito all’orrore, è a Rossano

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E’ a Rossano, ospite di una famiglia di bravi poliziotti, il bambino di appena 5 anni, Cisse Namory Cheik, questo il suo nome, proveniente dalla Costa D’Avorio, sbarcato, da solo, senza i genitori e nessun altro familiare, dalla nave tedesca che sabato e domenica ha portato oltre 900 migranti nel porto di Corigliano. Il piccolo, subito diventato la “mascotte” della nave dei migranti, è stato infatti preso in affido provvisorio da una ispettrice della Polizia di Stato. La triste storia di questo bambino, resa nota da Franco Corbelli, leader del Movimento Diritti Civili e delegato della Regione per la tutela e promozione dei diritti umani, ha profondamente colpito e commosso tutti. Il piccolo sogna di poter riabbracciare il suo papà e la sua mamma. Corbelli racconta oggi tutta la storia di questo bambino. “Per poter raggiungere il suo papà che si trova in Francia è stato messo su un barcone e affidato, dalla mamma, ad un compagno di viaggio. Me lo salvi, lo faccia arrivare in Italia, lo porti dal suo papà ha detto la mamma piangendo e abbracciandolo forte prima di salutarlo. Un distacco doloroso ma con la speranza di poterlo un giorno riabbracciare in un Paese libero. Erano arrivati, lei e il suo bambino, in Libia dopo un lungo viaggio, anche attraverso il deserto. Sembrava che il sogno stesse per realizzarsi e invece la crudeltà dei trafficanti degli esseri umani, gli scafisti criminali, ha bloccato quella donna, che è stata rinchiusa in uno di quei campi lager. Punita perché povera, perché non aveva i soldi che volevano gli scafisti. Con lei è rimasto anche il suo bambino, a patire insieme dolore e sofferenza. Sino a quando ha organizzato la fuga del suo bambino – continua Corbelli – Ha chiesto ad un suo compagno di viaggio di portarlo con lui, come se fosse un suo bambino, per sfuggire così al controllo degli scafisti…Ha pregato che quel barcone con il suo bambino non si rovesciasse e non finisse tragicamente il viaggio della speranza del suo piccolo, così come è invece purtroppo drammaticamente avvenuto per centinaia di altri poveri e sfortunati bambini (oltre 200 solo nel 2017) che hanno perso la vita nei tragici naufragi. Il piccolo Cisse grazie a Dio, ce l’ha fatta ad arrivare in Italia. La mamma, chiusa in quella prigione, non sa che il suo bambino ce l’ha fatta. Spero che adesso – prosegue Corbelli, che sto rendendo nota la sua storia possa essere da qualcuno informata e soprattutto possa presto lasciare quel lager…solleciteremo un intervento del Ministro Minniti e delle autorità francesi e libiche. Il Presidente Oliverio, che ha preso a cuore questo caso umano e che voglio ringraziare, interverrà subito. Nei prossimi giorni, sicuramente in questa settimana, insieme, io, il Governatore e Giovanni Manoccio, delegato della Regione per l’Immigrazione, ci recheremo a Rossano per incontrare questo bambino. Speriamo di potergli portare già in quell’occasione il regalo più bello: la notizia che potrà presto riabbracciare il suo papà e speriamo anche la mamma”.

(fonte: La Provincia di Cosenza)

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