Manoccio: L’inesorabile decadenza delle comunità Arbëreshe

ACQUAFORMOSA – È notizia di questi giorni che il Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha conferito la delega per le Minoranze all’assessore Gallo, già titolare dell’Assessorato all’agricoltura.

Rispetto a tale scelta, salvo qualche comunicato di congratulazioni di associazioni che millantano la rappresentanza del mondo Arbëresh, e al futuro Presidente della fondazione, non mi pare ci siano state prese di posizione da parte del mondo culturale Arbëresh o delle varie istituzioni.

Mi preme ricordare che negli anni passati, sia la Regione Calabria che la Provincia di Cosenza, avevano individuato, quale Assessore alle Minoranze gli Assessorati alla Cultura o ai Beni Storico-Culturali, dando continuità ad una storia culturale rappresentata da illustri personaggi di rilievo nazionale come De Rada e Santori.

Questo aveva fatto sì che venisse riconosciuto, alle minoranze arbëreshe e alle altre culture di minoranza sia un ruolo etnico-culturale, sia il riconoscimento storico, avendo le stesse contribuito all’Unità d’Italia con grandi personaggi storici come Angelisao Milano, Domenico Mauro, il generale Damis e Stratigò e molti altri.

Un silenzio tombale avvolge, oggi, le nostre comunità Arbëreshe.

Non più tardi di 10 anni fa, quando ero Sindaco di Acquaformosa, assieme ai colleghi della Provincia di Cosenza, demmo vita ad una battaglia istituzionale, quando contestammo la scelta scellerata della Provincia di Reggio Calabria, che “forzando” la legge 482/99 – aveva inserito quale criterio per il riconoscimento di “minoranza” anche quello dell’insediamento storico, oltre alla tradizione della lingua parlata, il che comportò che, nell’attuazione di PISL-Minoranze, anche la città di Reggio Calabria rientrava tra i Comuni di Minoranza.

Ricordo i dibattiti e le riunioni nelle sedi della Provincia e della Regione nel corso dei quali, con caparbietà e lungimiranza, abbiamo difeso le peculiarità della minoranza a cui fieramente appartengo, e non posso non ricordare, in quella occasione, il sostegno dei Professori Altimari e Trunper, docenti dell’Unical.

Da allora, sembra passato un secolo, sembra che non interessino più a nessuno le sorti delle minoranze Arbëreshe, la loro cultura e le loro tradizioni.

Le Fondazioni che dovevano rappresentare il futuro delle comunità di minoranza sono, con la complicità di tutte le istituzioni e dei gruppi regionali, relegate a merce di scambio per favori, senza che si riesca a dar loro vita, riconoscendone la necessaria importanza.

Non ci resta che sperare che il buon Assessore Gallo investa un pochino del suo tempo per salvaguardare i vari prodotti tipici, come l’ananas di Lungro, i kiwi di Falconara, i fichi d’india di Castroregio, l’avocado di San Demetrio Corone, la papaia di Spezzano Albanese, senza dimenticare il mango di Frascineto.

Si potrebbero, poi, anche dismettere tutte le istituzioni culturali, cancellare l’insegnamento della lingua arbëreshe all’Unical, facendo confluire tutto il mondo arbëresh in quegli enti sub-regionali di competenza dell’Assessorato all’Agricoltura, come Calabria Verde o l’Arsa, così da essere certi che le cose vengano fatte a regola d’arte, e nulla venga buttato alle ortiche, con la buona pace del Presidente Occhiuto.

Giovanni Manoccio

COMUNICATO STAMPA

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