Magna Graecia. Covid negli spoke: Chiesto l’intervento dei NAS

In Calabria ogni richiesta cade puntualmente nel vuoto. Da più tempo abbiamo chiesto spiegazioni circa le ragioni che sottendono alla decisione di andare in controtendenza non solo alle circolari del Ministero della Salute, ma persino agli orientamenti del presidente della giunta regionale Jole SANTELLI e del Commissario ad acta Saverio COTTICELLI. Tutti, a vario titolo, affermano la tesi secondo cui i poli Covid debbano essere concepiti negli ospedali di eccellenza HUB poiché sedi di Dipartimento di emergenza e di accettazione di II livello e in quanto dotati di risorse umane e strumentali in grado di ospitare e curare i pazienti Covid e sospetti Covid. Tali indicazioni obbediscono a criteri di tutela e di sicurezza del malato in materia di coronavirus contribuendo, di fatto, a contenere i contagi. Mal si comprende in Calabria, a questo punto, chi abbia il potere decisionale, se è vero come è vero, che in molti ospedali spoke, pur in assenza della definizione di percorsi dedicati, non solo si continuano ad accettare i sospetti covid ma si emettono delibere ASP che autorizzano i poli covid. Nel frattempo nei pronto soccorso dei presidi spoke la vulnerabilità del sistema si tocca con mano circa la gestione dei pazienti sospetti covid.

I medici e gli operatori sanitari in forza agli stessi lamentano ormai al vento la mancanza di DPI, il promiscuo trattamento dei pazienti Covid, presunti tali e non Covid, nonché percorsi che dovrebbero essere indipendenti e separati gli uno dagli altri ma che si ricongiungono in diversi punti tra cui quello della tomografia assiale computerizzata, esame iniziale imprescindibile al quale sottoporre il paziente presunto Covid al fine di appurare la sua patologia. Mancanza dei laboratori di microbiologia nei quali esaminare i tamponi a cui vengono sottoposti i pazienti presunti Covid, che purtroppo giacciono solo nei Presidi di tipo Hub. Punti nascita in cui si predispongono percorsi differenti per pazienti Covid e non Covid, pur non disponendo di neonatologi qualora si dovesse ricorrere alla terapia intensiva neonatale, anch’essa prevista dalla circolare ministeriale del 27 gennaio.
Come Comitato abbiamo sostenuto sin dalle prime ore la necessità di attenersi alle disposizioni del ministero della salute, ma comprendiamo che l’evoluzione dell’epidemia, ad oggi ancora sconosciuta, potrebbe prevedere risvolti che in corso d’opera valuteranno correttivi alle disposizioni.

Ci rivolgiamo al Ministro della Salute Roberto SPERANZA, al fine di investire il Comando CARABINIERI TUTELA PER LA SALUTE riguardo alla mancata applicazione della circolare ministeriale che indica la realizzazione dei poli Covid negli ospedali HUB. A tal riguardo, chiediamo al Ministro Speranza per il tramite dei NAS, di verificare i criteri di accoglimento dei pazienti sospetti Covid negli ospedali spoke: se vi siano ambienti promiscui; se il personale sanitario abbia svolto turnazioni prestando attività per pazienti Covid e non Covid; se i percorsi dedicati garantiscano sicurezza sanitaria in materia batteriologica. Infine, manifestiamo le nostre perplessità in ordine all’arrivo in Calabria del vice ministro Pierpaolo SILERI il quale si è detto soddisfatto dell’andamento della gestione sanitaria, non tenendo affatto in considerazione il dato secondo cui la Calabria sia una di quelle regioni che disconosce le circolari del suo stesso ministero.

Apprendiamo in queste ore di una ordinanza della presidenza della Regione che da oggi e con effetto retroattivo ( così come stabilito al punto 12 della stessa), le circolari disposte dalle ASP e dalle AO cessano la loro validità e sono da intendersi in subordine a ogni decreto che farà capo solo alla Regione Calabria. In tutto ciò registriamo ancora una completa confusione ed un principio di libero arbitrio nella gestione dei casi covid e non covid, nonché nell’accoglienza degli stessi nei Presidi ospedalieri senza l’osservanza dei tanti, forse troppi, decreti ad oggi emanati dalle varie autorità. #iorestoacasa  

 COMITATO “MAGNA GRAECIA”

 

 

 

 

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