Longobucco. Lesioni e minacce. Risarcimento confermato in Appello

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Catanzaro: il palazzo della Corte d’Appello

La Corte d’Appello di Catanzaro, accogliendo le richieste della parte civile, difesa dall’avv. Vincenzo Palopoli, ha confermato le statuizioni civili della sentenza di primo grado e, quindi, la condanna dell’imputato al risarcimento dei danni conseguenti ai reati di lesioni e minaccia aggravata, pur dichiarandone la prescrizione.

I FATTI La vicenda trae origine da una denuncia querela presentata nel lontano agosto 2008 presso la Procura dell’ex Tribunale di Rossano da parte di M.A., all’epoca pensionato 77enne residente a Rossano, che riferiva di essere stato dapprima minacciato e poi brutalmente malmenato da due uomini più giovani. Tutto sarebbe accaduto a Longobucco, dove l’imputato P.A. e un altro soggetto lo avrebbero seguito e aggredito con calci e pugni, per poi fuggire lasciandolo a terra dolorante.

Avv. Vincenzo Palopoli

IL PROCESSO Nel corso della celebrazione del giudizio di primo grado, iniziata dinanzi al Tribunale di Rossano e poi proseguita dinanzi al Tribunale di Castrovillari, il denunciante è deceduto e l’azione legale è stata portata avanti dalla figlia. All’esito di una articolata attività istruttoria, i giudici di primo grado hanno ritenuto quanto riportato nella denuncia querela corroborato da una serie di riscontri. Pertanto, il Tribunale di Castrovillari, accogliendo le richieste del P.M. e della parte civile, ha emesso una sentenza di condanna nei confronti dell’imputato, mentre l’altro soggetto è stato assolto per insufficienza di prove. Avverso la pronuncia di primo grado, P.A. ha proposto ricorso in Appello, chiedendo la riforma della sentenza e la revoca delle statuizioni civili concernenti il risarcimento danni.

IL GIUDIZIO DI SECONDO GRADO La I sezione penale della Corte d’Appello di Catanzaro ha accolto la tesi sostenuta dall’avv. Vincenzo Palopoli, difensore di parte civile, il quale ha evidenziato come, nonostante la reticenza di alcuni testimoni, ogni ricostruzione alternativa della vicenda risultasse inconferente. Il Collegio catanzarese ha quindi confermato la sentenza di primo grado circa la condanna di P.A. al risarcimento del danno, pur dichiarando la prescrizione dei reati per via del notevole lasso temporale trascorso.

(comunicato stampa)

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