L’INTERVENTO. Violenza e delinquenza, se ne faccia carico l’Amministrazione comunale

violenza sessuale

L’Amministrazione Stasi inerme, deve fare la sua parte. Gli ultimi episodi di violenza, in particolare il tentativo di violenza sessuale nei confronti di due ragazze, aumentano l’incertezza e l’insicurezza nella nostra Città mentre cresce la paura nella nostra Comunità enei confronti di una criminalità organizzata  che cerca di ‘’occupare spazi’’ lasciati incustoditi. La crisi dei sistemi di sicurezza e di protezione sociale, il diffondersi di una disoccupazione strutturale e di un mercato del lavoro sempre meno garantito, la caduta verticale dei modelli valoriali, il riemergere e moltiplicarsi di povertà, vecchie e nuove, una gestione poco accorta dell’immigrazione clandestina, tutti fattori che sommati ai primi e tra di loro contribuiscono a destabilizzare il quadro sociale, creano ansie e paure profonde. Ne consegue che una domanda forte di sicurezza viene posta alle istituzioni, a partire da quelle più vicine, e cioè ai Comuni, ai sindaci anche quando le decisioni e le responsabilità di politiche e di azioni sono collocabili in altri livelli istituzionali. Rafforzare il senso di sicurezza diventa, dunque, un compito complesso che richiede risposte articolate e differenziate, ma la priorità d’intervento, perché d’immediato impatto, spetta a chi, è stato affidato il compito, attraverso il voto,  di guida, di governo e gestione del territorio. Sul nostro territorio c’è un’indubbia domanda di sicurezza  alla quale non bisogna rispondere soltanto con la presenza, che è indubbiamente un efficace deterrente, delle forze dell’ordine, ma, anche e soprattutto, con l’intervento organico, coordinato e partecipato dell’Amministrazione sul territorio, in modo da eliminare,   l’humus del disagio sociale contro il quale poco o niente può fare la presenza delle forze dell’ordine. Quante iniziative, programmate o già realizzate sono state fatte per il recupero delle periferie, il risanamento del centro storico, l’attivazione di progetti di quartiere (a quando i Municipi con organi eletti?), attività collettive nei parchi e nelle piazze, anche nel rispetto delle regole in tempi di emergenza coronavirus, interventi di ‘’cura’’ della Città, pianificazione degli spazi per la sicurezza finalizzati a diminuire il rischio ed ampliare le opportunità che la Città offre? A tutto questo si aggiunge che, la Città può diventare, in carenza di tutele, luogo di pericoli che si presentano in modo diverso agli uomini e alle donne. Sicché in materia di sicurezza urbana, le politiche ad essa connessa, non possono essere ‘’neutre’’, perché  alla paura di essere vittime di reati, che tocca tutti i cittadini , nelle donne si aggiunge la paura della violenza specifica di genere, molestie e violenze sessuali. È dunque necessario che l’Amministrazione comunale, chiedendo ed ottenendo condivisione e partecipazione agli organismi sociali che operano sul territorio, alle forze sociali, imprenditoriali e del lavoro, alla Chiesa, si faccia carico di misure necessarie per offrire alle donne e alle persone più vulnerabili condizioni di sicurezza che tengano conto delle loro condizioni di maggiore rischio. Non si tratta di fare interventi onerosi ma di  ‘’progettare’’ la Città unica  ( ha preso coscienza il sindaco Stasi che si tratti di una  ‘’Citta’ unica’’?) nella convinzione che mettere le donne e le persone più vulnerabili al centro dell’attenzione per ciò che riguarda la sicurezza, aumenta la possibilità di tutti di vivere meglio. ‘’Città sicura per le donne- Città sicura per tutti’’: con questo obiettivo, il Sindaco chiami a raccolta tutte le forze sane della Città, per un’indagine ed una progettazione partecipata che tra i suoi obiettivi dovrebbe avere quello di coinvolgere in modo specifico le cittadine ed i gruppi di donne nelle diverse analisi del contesto, della programmazione e della realizzazione delle misure per poter  individuare gli interventi più rispondenti ai bisogni della popolazione femminile’’.  Riuscirà il Sindaco Stasi a svegliarsi dal torpore e a dare un vero segnale di cambiamento?

Giovanni Antoniotti, già candidato alle elezioni del primo consiglio comunale del Comune unico

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