L’INTERVENTO. Riforma catastale: gli aumenti e i grossi interessi  

Nel mentre alle ultime elezioni suppletive di Roma ha votato soltanto l’11,33 degli aventi diritto; incalza la discussione per il green pass tra destra all’opposizione e parte del centrodestra al governo; e la bailamme nei cinque stelle, tra ricorsi, controricorsi, uscite, sospensioni, voto si o voto no etc., sta toccando livelli indifendibili; si nota in questo bel dibattito che interessa poco o niente, che il popolo – nel frattempo – deve pagare aumenti vertiginosi alle bollette di gas ed energia elettrica e l’incremento del costo dei generi di prima necessità. In tutto questo, è intervenuto prepotentemente il problema – serio – della guerra in atto; e dulcis in fundo: in tutta questa bella confusione, si è trovato il tempo di approvare, con i voti determinanti della sinistra e del M5S e per un singolo voto di scarto, la legge sul nuovo catasto (vedete come è importante il voto anche di un singolo parlamentare!).

Nel riquadro l’avvocato Luigi Fraia

Quello che fa impressione è l’atteggiamento di alcuni partiti che appoggiano la maggioranza, i quali dicono di criticare i provvedimenti che votano. Un recente studio ha sostenuto che la differenza tra lo stipendio di un lavoratore comune e un amministratore delegato è di 1 a 10; ossia un lavoratore per guadagnare quello che un CEO guadagna in un anno, dovrebbe lavorare tre vite e forse – neanche – basterebbero. Questo lo stato dell’arte, mentre ancora i parlamentari percepiscono un’indennità che se parametrata al lavoro e ai benefici che producono alla popolazione, spesso, dovrebbe essere di molto inferiore se non addirittura dovrebbero essere loro a pagare per i danni provocati a breve e lungo termine. Bastava prevedere l’equiparazione dello stipendio dei parlamentari alla produzione reddituale della loro ultima dichiarazione dei redditi prima di essere eletti (sic), cosicché molti di loro forse sarebbero stati costretti a cercarsi un lavoro vero per campare. In tutta questo zibaldone si è approvata la riforma del catasto, che aumenterà le rendite catastali – anche –  degli immobili dell’ex comune di Rossano, che grazie a un ricorso sostenuto negli anni scorsi da un accorto assessore alle finanze erano state determinate in misura inferiore (per i San Tommaso: verificare il valore catastale di un immobile di Rossano rapportato ad esempio a quello di un comune della nostra stessa provincia e più o meno uguale estensione demografica come quello di Rende, per rendersi conto della differenza). Mi sono sempre chiesto perché nella seconda repubblica – nata dopo la distruzione dei partiti e del sottostante cursus honorum – ciclicamente appare un salvatore della patria, che sale nei sondaggi e poi dopo eletto scompare o quasi. Nel mentre la politica, quella che conta, si appoggia ai “Consulting” ossia soggetti che operano per interessi non certo dei cittadini, ma di grossi gruppi dei vari campi. I tentativi di influenzare le decisioni politiche sono diversi, e naturalmente hanno facile possibilità di plasmare gli sprovveduti, quelli che si trovano eletti e non sanno il perché, aiutati da una legge elettorale che non vincola il candidato al territorio, e che non hanno un background culturale idoneo alla posizione pro-tempore che si ricopre, anche per prevenire gli effetti reali di quello che si vota. Il risultato sono le meteore che fanno molto comodo, e che vengono influenzate e possono rappresentare interessi che spesso neanche vengono percepiti. Si ha l’impressione, che la gente si stia stancando, però invece di determinarsi per un voto consapevole sta volgendo all’astensionismo, che  non è il mezzo per poter contare ma quello per essere sicuramente ininfluenti. Ovvero – come ha insegnato Samuel Beckett – si aspetta fiduciosi, sperando che il tutto non finisca con la frase “non si muovono”, e non ci si limiti a sorridere come si fosse a teatro, quando si assiste a un’azione scenica involontariamente comica, e che sta logorando.

Avv. Luigi Fraia – Già Assessore alle Finanze dell’ex Comune di Rossano

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