L’INTERVENTO. Magnagraecia, due capoluoghi e il sentimento della mediterraneità

Domenico Mazza


“Non è certo la specie più forte o quella più intelligente a sopravvivere, piuttosto quella che meglio s’adatta al cambiamento dei tempi.” Recita così una nota massima di Charles Darwin, sulla capacità d’adattamento ai tempi!
Memorizziamo questa frase provando ad analizzarla: concentrandoci sulla verità che la stessa racchiude probabilmente saremmo in grado di consapevolizzare che per cambiare lo status quo bisognerebbe essere abbastanza folli per farlo. Del resto la storia insegna che non si può tornare indietro e cambiare l’inizio, ma si può lavorare da oggi sul cambiamento del domani. Ciò che appare più doloroso però non è tanto il cambiamento in sé, che magari nasconde anche la curiosità, la voglia di conoscere la novità, quanto la resistenza che opponiamo in maniera quasi involontaria al cambiamento stesso.

Sibaritide e Crotoniate esplicano abbondantemente quanto detto in premessa. Due realtà che magari potevano avere anche un proprio senso fino a qualche decennio fa, ma che oggi, con le modifiche agli ordinamenti amministrativi, risultano assolutamente fuori mercato a se stanti, poiché non comparabili per evidenti limiti demografici alle altre realtà che condividono la scena. Dette aree pertanto, appariranno e si confermeranno sempre e solo soccombenti. Allora perché non mutuare una frase che ci è stata insegnata fin da quando abbiamo emesso i primi vagiti: “Insieme si è più forti, insieme non si è soli!” Perché non osare!

Sappiamo tutti la grave situazione che entrambe le aree vivono e non sarà bastevole pensare che la Sibaritide sia meglio del Crotoniate o viceversa. La politica, quella vera, è un gioco di squadra e le squadre scendono in campo con le stesse risorse. Non si giocano partite con eserciti a ponente e drappelli di uomini a levante! Oggi la realtà purtroppo è questa. Uno squilibrio demografico impressionante tra l’area di Sibari e quella Brutia, parimenti alla sproporzione tra il Crotoniate e l’Istmo. Nella persistenza di tale scriteriata situazione, entrambe cosa possono fare? —Nulla!— Non possono fare assolutamente nulla, poiché sono numericamente inadeguate. Allora perché non affidarci al far di conto!
Sommando la demografia delle due piccole aree, non solo queste acquisiscono valenza, ma al contempo, ridimensionano le altre aree del territorio regionale. La Calabria del nord avrebbe 3 aree pressochè identiche sia territorialmente sia demograficamente.
L’amalgama del Crotoniate alla Sibaritide genererà l’equivalenza in fatto e diritto tra la terra Brutio-Tirrenica e del Pollino, l’area dell’Istmo e l’arco Jonico Magnogreco. La soluzione era sotto gli occhi di tutti, ma anni di torpore  e strabiche visuali delle due aree joniche hanno impedito alle stesse di guardarsi, pianificando insieme una prospettiva di sviluppo efficace e vincente.

È ora d’osare! È ora di ricostruire il futuro programmando l’azione con la testa al glorioso passato Magnogreco, decontestualizzandolo e riproponendolo in chiave moderna al passo con i tempi. Confrontiamoci alle altre aree con la dignità che meritiamo, compariamoci con metodologie eque e probe. Impariamo dagli errori altrui, quegli stessi errori che hanno visto Cosenza e Catanzaro avvitarsi su se stesse fino al midollo. Costruiamo questa nuova area vasta abbattendo ogni steccato localistico ed affidando con sussidiarietà a Crotone e Corigliano Rossano, il ruolo che la storia ha per esse designato: la guida come Cocapoluoghi di quell’area incastonata a perla tra le propaggini del massiccio silano che s’estende nelle sue due piane lambendo il mar Jonio per 200km fino a toccare la Lucania. Ricreiamo in chiave moderna e globale l’antica Kroton e la nobile Sybaris, non più come meniche, ma come gloriosa unione della terra che ha ospitato le orme della storia. Corigliano Rossano a nord e Crotone a sud: due capoluoghi, accomunati dal sentimento della mediterraneità, per ristabilire il principio di pari dignità territoriale scriteriatamente disegnato prevedendo l’ingestibile ed elefantiaca provincia di Cosenza ed un inutile fazzoletto di terra così come perimetrata la provincia di Crotone. Magna Graecia pertanto, come nuova provincia a —saldo zero— per lo Stato che sorga dalle ceneri della provincia di Crotone, ma dalla quale muti sostanzialmente in fase statutaria.
Per una nuova visuale dell’arco Jonico, che riverbererà possibilità di crescita e sviluppo alla Calabria tutta.

Domenico Mazza, Cofondatore del Comitato Per la Provincia della Magna Graecia.

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