L’INTERVENTO. Lo spread scende e l’indice della borsa sale, significherà qualcosa?           

novelli

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Questa crisi di governo ha avuto come pregio, almeno, di poter leggere il pensiero intelligente (memorabile l’intervista del corriere della sera) e di farmi rivedere in tv e nel suo splendore Bruno Tabacci  (sei legislature con la Democrazia Cristiana, UDC, Rosa Bianca, Alleanza per l’Italia, Centro Democratico, + Europa, presidente della regione Lombardia, assessore del comune di Milano, consigliere d’amministrazione di EniSnamEfibanca  etc, uno dei più longevi politici in attività con diverse legislature alle spalle e che ha elargito elogi e consigli al Presidente Conte, dando lezioni di politica a degli improvvisati che per caso erano diventati classe dirigente del paese.

Nello stesso tempo ha fatto una certa impressione che i figli del vaffa day, dei meet-up, delle consultazioni online, del disprezzo per la vecchia politica, si rivolgessero proprio ad essa, e facessero affidamento cercando ostinatamente chiunque (da qualsiasi parte venisse, compresi ex espulsi dal movimento per violazione delle regole autoimposte, ovvero parlamentari con qualsiasi colore politico; anche gli ex di tutto e del suo contrario) per andare avanti con un governo che, anche prima dei problemi con bizze di Renzi, non è che brillasse o che avesse fatto qualcosa di rilevante, quantomeno per la nostra realtà.

E poi che dire dei molti soldi – in itinere – del recovery plan, che pare non preveda neanche un euro per il nostro territorio, pur nella consapevolezza che mai come ora, è stato insignito dalla presenza di così tanti parlamentari nella maggioranza che governava il Paese.

Si è letto che c’erano, addirittura, appoggi del Vaticano e/o di qualcosa o qualcuno che vedeva l’ex Presidente del Consiglio intoccabile; addirittura si pretendeva la scelta o lui o le elezioni anticipate, dimenticando l’ABC del diritto costituzionale  ossia: che è il Presidente della Repubblica che decide se queste ultime siano l’extrema ratio, o si può tentare ragionevolmente qualcosa di diverso e di sostenibile.

La storia, per chi l’ha letta, poteva insegnare che  – nei primi anni settanta – neanche Giulio Andreotti  e scusate se è poco (esponente della Democrazia Cristiana, partito che in quel parlamento aveva 266 deputati e 135 senatori) riuscì a restare a galla quando al suo governo gli venne ritirato l’appoggio esterno dell’allora Partito Repubblicano, che poteva contare su soli 15 deputati ed 8 senatori.

Questo perché se si sceglie di procedere politicamente insieme, la prima regola è quella di rispettare tutti i partiti o movimenti che siano, con la stessa pari dignità senza incorrere in quella che i greci chiamavano hybris.

Si è vissuto un momento storico, nel quale si era creata una interruzione tra la politica e la realtà, dove il pressapochismo organizzato la aveva da padrone, in cui il disprezzo della vecchia politica che aveva portato il partito di un comico ad avere la maggioranza degli eletti, ritenendoli più capaci dei precedenti, poi scopriva di avere anche bisogno proprio di quei vecchi politici che aveva combattuto e criticato (sic).

La Politica è un’arte difficile e specialmente lo è il governare, conseguentemente del prendere decisioni e non può essere improvvisata; pare che si vada nella direzione di far guidare l’automobile a chi ha la patente ed ha già vinto più di un gran premio, cosa che dovrebbe rassicurare almeno dal punto di vista delle competenze che finalmente sembrano essere il presupposto della formazione dell’organigramma futuro di questa nostra Italia, intanto lo spread scende e l’indice della borsa sale, significherà qualcosa?

Corigliano/Rossano lì 5/2/2021                                                    Avv. Luigi Fraia

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