L’intervento. Le bugie e la questione meridionale

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Spesso si leggono o si ascoltano delle argomentazioni contro il mezzogiorno, e mi sono sempre chiesto perché, tranne rari casi, i parlamentari eletti, i partiti politici, ovvero i politici in genere non controbattano e ristabiliscano la verità su diverse menzogne riferite al proprio territorio.
Illuminante – naturalmente per chi legge e sa cosa leggere- a tal riguardo è stata la pubblicazione di un libro di un brillante giornalista, passato pressoché inosservato dal grande pubblico (tranne il caso di pochi giornali dai quali ho tratto ispirazione per questo scritto) che smaschera le bugie riguardanti le convinzioni diffuse che il Sud viva sulle spalle del Nord, e delle false notizie che non contestate, alimentano la non verità.
In pratica da una parte si dice che il Sud sia sprecone e fannullone, accusato di ricevere molti sussidi e di rallentare le aree produttive del Paese, dall’altra ci sono i vittimisti a piangere perché il Sud sarebbe stato derubato, favorendo un orgoglio di appartenenza che non serve quasi a niente.
Invece c’è la realtà, in cui è impressionante la disoccupazione, una sanità da terzo o quarto mondo in cui i livelli essenziali di assistenza non sono rispettati, i comuni che non hanno abbastanza soldi, una velocità ferroviaria quasi inesistente, con binari unici.
Cosicché con i pregiudizi di cui si dirà infra, si sono giustificate scelte politiche contro il Sud, nel silenzio assordante o quantomeno con l’incidenza pressoché nulla di quanti dovevano farlo rilevare nelle sedi opportune; ad esempio nell’imminenza della revisione del recovery found, che pare prevedeva zero per il nostro territorio. Insomma come non sottolineare che ci sono due Italie anche riguardo all’emergenza covid, verificare a tal uopo i vaccini che si fanno al Sud e quelli al Nord.
Ma analizziamo nello specifico, le notizie che spesso vengono date in pasto a chi non è attrezzato per poter discernere il vero dal falso, e per sfatare il mito che il Sud viva alle spalle del Nord.
1) LA SANITA’
La spesa pro-capite è di 2.101 euro al Centronord e di 1.669 al Sud, con l’aggravante che molti meridionali si curano al Nord e le regioni di appartenenza devono pagare i ricoveri, ovviamente aumentando le tasse dei propri cittadini.
Si dice che le classi di governo del Sud abbiano sperperato per tenere aperte sedi inutili o per assumere personale superfluo; invece: i dati dicono che il personale è inferiore in proporzione nel Meridione.
2) IL NORD PAGA PIU’ TASSE
Dal 2014, invece, la pressione fiscale e contributiva è maggiore al Sud.
Nel 2018 la pressione fiscale era del 46,7% al Centronord, e del 47,8 al Sud.
3) TROPPI SOLDI E SPESI MALE
Secondo i dati del settore pubblico allargato, tra il 2000 e il 2018, il Sud ha sempre ricevuto investimenti pubblici sotto-proporzionati alla popolazione, con la sola eccezione dell’anno 2015.
In pratica, lo Stato invece di investire per recuperare il gap, lo aumenta anno per anno.
4) IL RESIDUO FISCALE
Il concetto di residuo fiscale dovrebbe indicare la differenza tra le tasse pagate e servizi ricevuti per singolo individuo, non per regione. In tal modo la ricchezza fiscale è distribuita in modo non uguale, non che il Nord subisce un furto.
5) TROPPI STATALI
Al Sud vivono 1.103.213 dipendenti pubblici cioè il 34,4% del totale, con una popolazione residente del 34% degli italiani. La spesa pro-capite in conto capitale della Pubblica Amministrazione, ossia quanto si riceve per investimenti per far funzionare la macchina pubblica in proporzione agli abitanti è minore al Sud: 725 euro contro gli 887 del Centronord.
6) IL COSTO DELLA VITA
Qualcuno vorrebbe introdurre le gabbie salariali, perché il costo della vita sarebbe minore al Sud.
Ma occorre fare l’analisi di come l’Istat rileva i prezzi; infatti quest’ultima accerta per ogni categoria e per ogni territorio soltanto il prodotto più venduto. E’ lapalissiano che nei territori più poveri si tenderà a comprare beni di consumo a prezzo inferiore e di minore qualità (vedere i discount aperti al Sud e quelli al Nord), mentre in territori più ricchi si tenderà a comprare beni più cari, ma questo non vuol dire che la vita costi di più, soltanto che si ha una qualità di vita migliore.
7) NON SI SPENDONO I FONDI EUROPEI
E’ vero che i fondi europei funzionano peggio al Sud che in altre zone svantaggiate dell’EU, ma ciò è prevalentemente dovuto al fatto che i soldi europei al Mezzogiorno hanno sostituito i finanziamenti ordinari mancanti, veicolati in altre zone dell’Italia. Cioè i fondi europei non sono, come dovrebbero essere un surplus, ma una compensazione, per i soldi veicolati in altre parti d’Italia.
Dopo aver riportato e divulgato a grandi linee il lavoro meritorio dell’autore del libro, mi sia consentita una piccola chicca del nostro territorio.
8) LA CHIUSURA DEL TRIBUNALE DI ROSSANO
Pare che l’ingiusta chiusura del presidio, sia stata come nelle altre regioni d’Italia dovuta alla regola del risparmio. Ma sapete quanto tempo ci vuole per percorrere i 70 km per raggiungere Castrovillari da Rossano. Ora chiedetevi, invece, quanto tempo ci vuole per raggiungere un qualsiasi Tribunale da una città che lo ha avuto soppresso nel Nord, in realtà dove ci sono più treni efficienti e a diverse ore, autostrade a tre corsie, e corse di autolinee attrezzate.
Poi, chiediamoci per risparmiare circa 400.000 euro all’anno, quanto costano allo Stato nelle materie a suo carico le notifiche dalla sede del nuovo Tribunale, ai comuni del territorio dell’assorbito.
Ed, infine, al di là dell’ingiustizia ricevuta dal nostro territorio, la domanda fondamentale è: può essere un costo il sacrificio che fanno ogni giorno avvocati, cancellieri, impiegati, testimoni, CTU, persone offese, imputati etc, che ogni giorno si devono recare in un posto distante quasi un’ora dal proprio luogo di residenza.

Avv. Luigi Fraia

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