L’INTERVENTO. Ladri di idee e, ancora peggio, senza cognizione

Domenico Mazza

È paradossale, ma squisitamente reale, che in una terra come la Calabria, proporre idee innovative e rispondenti alle reali esigenze della popolazione, sia oggetto di critiche. È il gioco delle parti, si sa! Quelli che però risulta stucchevole è il malcelato tentativo d’addebbitarsi delle paternità, quando le stesse sono in capo a Comitati che ci stanno mettendo la faccia, su argomenti che rappresentano una ferita aperta nella società.

Stamane leggevo di una proposta in capo ad un partito dell’area Pitagorica, che suggeriva la rivisitazione delle Asp, alle reali esigenze dei territori. Queste dovrebbero altresì, varcare i confini provinciali ed aprirsi ad aree più omogeneamente intese, per meglio suffragare il rapporto fra domanda ed offerta sanitaria. Pertanto si chiedeva alla Presidenza della Regione di andare in deroga alla disposizione della legge 9 del maggio 2007, allargando a 250mila abitanti gli ambiti delle Asp, permettendo quindi ad Asp come Crotone e Vibo Valentia di poter ospitare nosocomi di tipo Hub. Nulla da obiettare all’idea in sé, tutte le aree dovrebbero avere presidi sanitari di livello, atti a suffragare il bisogno e le esigenze delle popolazioni. Quello che risulta singolare è l’utilizzo dei numeri totalmente avulso dal contesto reale. Intanto nei 250mila abitanti la legge prevede solo ed esclusivamente la persistenza di un Presidio di tipo Spoke (ambito 150-300mila abitanti). Ma cosa ancor più importante è, nel momento in cui si ridisegnano ambiti, fare in modo che lo scorporo previsto su altri enti, non rechi nocumento a quest’ultimi nel mantenimento dei servizi.
Un Presidio Hub di secondo livello prevede come condizione, necessaria e sufficiente, un ambito demografico compreso tra 300 e 600mila abitanti, pertanto non sarà bastevole annettere qualche comune all’Asp di Crotone per giustificare l’elevazione di un Presidio.
Altra cosa da tenere bene a mente è la netta differenza che persiste tra Azienda Ospedaliera ed Azienda Sanitaria Provinciale.
La prima è riferita alla gestione di un presidio (o più presidi in uno) di secondo livello, la seconda, invece, raccoglie le esigenze sanitarie del territorio che dovrebbero essere suffragate da presidi di primo livello ed ospedali di base.

Non esiste proposta diversamente attuabile da quanto imbastito dal Comitato Magna Graecia, che raccoglie le esigenze di una popolazione afferente in 410mila abitanti. Questo tetto demografico permetterebbe la possibilità di creare un ‘Azienda Ospedaliera inglobante i presidi di Corigliano Rossano e Crotone (attualmente spoke) elevandoli nei servizi alla popolazione, ed il mantenimento di un’ Asp che potrebbe contare sul riuso funzionale dei presidi soppressi, o parzialmente tali, dei due ospedali di montagna e dei due ospedali di costa (San Giovanni, Acri, Cariati, Trebisacce).
Si badi bene, la succitata proposta, non arreca danno alcuno ad enti come Cosenza e Catanzaro, poiché gli stessi (dal punto di vista sanitario) erogherebbero servizi per ambiti di oltre 450mila abitanti.
Si eviti, quindi, di sparare numeri a casaccio! Concentriamoci sulla bontà delle proposte, che siano realmente rispondenti ai servizi alla cittadinanza e che abbiano una visuale fedele alle logiche di territorio.
Non lamentiamoci poi, se la gente è nauseata da una certa politica che continua a partorire proposte aleatorie.
Solo la creazione di un’Area Vasta, che assembli la Sibaritide Il Crotoniate e la Sila di Levante, possiede numeri e valenza per pretendere il riconoscimento dei servizi, sanitari e non solo. Continuare a tergiversare su questo, pavoneggiando proposte da pennacchio, menomate nella forma e nel diritto, contribuirà soltanto ad avallare i comportamenti dei capoluoghi storici che bivaccano indisturbati alle spalle dei territori periferici.
E questo è un lusso che in area Magnograeca non possiamo più permetterci!

Domenico Mazza — Cofondatore Comitato per la Provincia della Magna Graecia.

 

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