L’INTERVENTO. Il Sud cresce sempre meno, il nostro territorio sempre meno. E la politica sta a guardare

Se si concedono gli stessi finanziamenti a tutte le zone del paese, nel migliore dei casi il divario esistente tra il Sud e le altre parti del Paese, resterà lo stesso di quello attuale.

In questo contesto, la Calabria doveva avere una attenzione particolare, soprattutto riguardo il PNNR che è l’ultima vera possibilità di sviluppo, quantomeno per realizzare almeno le infrastrutture essenziali mancanti cronicamente, e delle quali il nostro territorio ha estremo bisogno.

L’intervento di Luigi Fraia, già presidente del Consiglio comunale dell’ex Comune di Rossano

Quindi si doveva partecipare in prima fila alle scelte strategiche, invece al momento non si intravede niente, né è nato un dibattito su tale questione fondamentale e determinante soprattutto per il futuro delle nuove generazioni; risultato: siamo inerti davanti a notevoli finanziamenti europei (a fondo perduto e come prestiti da restituire), e si prevede zero – al momento – per il nostro circondario.

In tale scenario la più importante associazione per lo studio delle condizioni e lo sviluppo del Mezzogiorno, ha suonato  un ulteriore campanello di allarme, perché il Sud appare meno reattivo alla domanda soprattutto negli investimenti; poichè il PIL del Nord segna una crescita dell’1,8% superiore rispetto al resto del paese, e la tendenza pare di poco inferiore per il 2022.

Nel successivo biennio la differenza aumenterebbe ulteriormente e sino al 3% Piaga ancora più profonda è quella che affligge la sanità, dove  il basso livello di spesa pro capite, rispetto alle altre regioni, spiega – in parte –  il differenziale nelle prestazioni erogate dai diversi servizi sanitari e il fenomeno delle migrazioni sanitarie.

Sull’istruzione, il divario si misura fin dalla prima infanzia: ad esempio per quanto riguarda gli asili nido  il Sud è in grado garantire una copertura del 14,9% rispetto al 33,5% complessivo del Centro Nord e una media italiana del 26,9% (dati 2019).

Innanzi a tali dati, si stima che gli enti territoriali del Sud dovrebbero gestire circa 20,5 miliardi, per lo più concentrati nel biennio 2024-2025.

Questa sfida diventa particolarmente difficile se non impossibile da gestire, alla luce dell’impoverimento degli organici della pubblica amministrazione, e quelle del Sud tra il 2010 e il 2019 hanno avuto la riduzione dell’occupazione che è stata del 27%.

Altro settore in crisi e del quale il nostro territorio è stato toccato,  è quello della giustizia dove il gap Nord-Sud è profondo sia nel civile sia nel penale:

nel 2019 per chiudere un procedimento civile occorrevano circa 280 giorni nei tribunali del Nord, 380 al Centro e quasi 500 nel Mezzogiorno; rispettivamente 290, 450 e 475 nel penale. La soppressione del nostro Tribunale non ha certo migliorato le cose, anzi. Questo è lo scenario che fà apparire lontane le risorse straordinarie dell’Europa che dovrebbero essere destinate, se qualcuno ha il tempo e la competenza per rivendicarle  – in quota parte – anche al nostro territorio, che pare sia il più ampio della provincia.

La conclusione è che di fronte a una situazione eccezionale, occorrerebbe uno sforzo da una classe dirigente che appare – delle volte – non adeguata; anche perché – in verità –  è molto complesso modificare il corso degli eventi, se non si dimostrano  le capacità necessarie e indispensabili e non si possiede il background necessario, e se non si vuole gestire l’ordinaria amministrazione, con buona pace di molti. Ma tant’è.

 Avv. Luigi Fraia – già presidente del Consiglio comunale ed assessore dell’ex Comune di Rossano 

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