Personale mandato allo sbaraglio, senza nemmeno averli preparati alla vestizione / svestizione (come se fosse un optional) senza nemmeno averli sottoposti ad un tampone di ingresso, tolti al normale esercizio della professione con grave depotenziamento dei reparti, lasciando emergenze scoperte, questo è l’immediato risultato in risposta ad un fallimento totale.
Insomma si spoglia un santo che non riesce a reggere nemmeno l’ordinario per andare a riempire le fila di un reparto che fino a ieri veniva definito “fantasma” e polo Covid solo sui documenti.
Tutto ciò per sopperire ad una incapacità eclatante di cui faccio fatica a individuarne le responsabilità. Non perché non ce ne siano, ma perché sono talmente grandi e gravi che evidenziano la totale inadeguatezza ad assumere ruoli di responsabilità a qualsiasi livello, politico, tecnico, gestionale. Dispiace molto tutto ciò, perché se è vero che in emergenza tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo, a vario titolo e per ciò che a ciascuno compete, in questa fase specifica, con l’esperienza tragica alle spalle, non doveva essere ammessa l’impreparazione e l’approssimazione. Ed invece l’IMPROVVISAZIONE fa da padrona. E ciò è chiaro a tutti! Personalmente mi ero già espressa sulla inopportunità di un polo Covid all’interno dello Spoke Corigliano Rossano, non solo per evitare il problema della promiscuità, non solo perché in palese contrasto con la circolare ministeriale che prevede i poli Covid concentrati negli ospedali HUB, ma anche e soprattutto per la già conclamata precaria condizione in cui versa il nostro Spoke.
Il tutto a danno dei cittadini che si affidano ormai alla buona sorte per non ammalarsi e dei medici e personale para medico volenterosi che, non avendo mai avuto a che fare con reparti di malattie infettive, vengono considerati, per riprendere una espressione denunciata nel servizio suddetto, solo “carne da macello”. Così, purtroppo, non si tutela nessuno!
Avv. Dora Mauro, già assessore alla sanità dell’ex Comune di Rossano