L’INTERVENTO. Corigliano Rossano: Zero finanziamenti per il territorio

Il recovery plan ossia il piano nazionale che l’Italia ha spedito – di recente – a Bruxelles, costituisce una possibilità enorme per il Sud, che potrebbe ricevere fondi tali da poter finalmente diminuire sensibilmente il gap con il resto della Nazione; si tratta di circa 205 miliardi tra sussidi a fondo perduto e prestiti, che ovviamente anche i cittadini del nostro territorio dovranno pagare – con gli interessi – negli anni a venire. La cosa pare convenga perché, come è notorio, i tassi per ora sono bassi.

Invece quanto è stato stabilito e previsto al massimo lascerà il divario così com’è, perché se si destinano le stesse risorse alle varie zone del Paese è ovvio che se si hanno potenzialmente le stesse possibilità di spesa, ergo:  il divario non viene superato, così da lasciare invariati gli investimenti pubblici sotto-proporzionati alla popolazione del meridione.

Analizzando lo strumento licenziato dall’Italia esso è composto da 336 pagine, nelle quali non è citato direttamente mai il territorio di Corigliano/Rossano né quello sa della Sibaritide, mentre già  prevedono importanti opere per altre zone della Calabria.

In verità, è corretto evidenziare che il documento finanziario si divide in una parte programmatica ed  una operativa, ma al di là delle frasi generiche che non hanno al momento contenuti (programmi generali di principio: digitalizzazione; rivoluzione verde; infrastrutture; istruzione; inclusione e salute), vengono scritte nero su bianco le cose che sicuramente si faranno (esecutive e certe).

Nello specifico il nostro territorio è stato, per lo meno in questa importantissima  fase, dimenticato (sic) e non tutelato dai nostri numerosi rappresentanti istituzionali; pur essendo la nostra zona privata di importanti presidi dello Stato, e che adesso osserva il silenzio di quelli che dovrebbero rivendicare ciò che la comunità più popolosa della provincia meriterebbe.

Infatti si legge nel documento che: un’attenzione particolare sarà riservata alle ferrovie regionali, per le quali saranno realizzati interventi di upgrading, elettrificazione e investimenti per aumentarne la resilienza: si tratta di interventi in particolare nel Mezzogiorno, mirati a omogeneizzare ed elevare gli standard prestazionali delle infrastrutture esistenti sia per il traffico viaggiatori che per quello merci. Gli interventi prevedono l’adeguamento di alcune linee 212 regionali (tra cui Rosarno-San Ferdinando) agli standard tecnici della rete nazionale, sia dal punto di vista infrastrutturale che tecnologico di sicurezza. Ulteriori interventi (tra cui Cosenza-Catanzaro) sono finanziati a valere su risorse nazionali. Tali interventi garantiranno: maggiore integrazione tra l’infrastruttura ferroviaria nazionale e le ferrovie regionali; ampliamento e integrazione dei servizi ferro/gomma; omogeneizzazione degli standard di sicurezza;  nuove connessioni passeggeri e merci con aeroporti, porti e terminali; ottimizzazione dell’offerta con integrazione tra servizi Alta Velocità e trasporto pubblico locale. Gli investimenti previsti sullo sviluppo tecnologico di vari nodi e direttrici della rete con applicazione della tecnologia relativa al sistema europeo di gestione del trasporto ferroviario (ERTMS), infine, aumenteranno significativamente la capacità e la sicurezza del trasporto ferroviario, con effetti importanti anche sul trasporto ferroviario regionale e sulla frequenza del traffico dei pendolari in entrata nelle principali aree urbane del Paese.

Ancora, nella parte riguardante l’investimento 1.8: si prevede il miglioramento delle stazioni ferroviarie nel Sud e le criticità relative al sistema di trasporto ferroviario esistente al Sud non riguardano soltanto la rete, ma anche le stazioni ferroviarie: in numerosi casi esse presentano infatti problemi in termini di accessibilità e integrazione con il territorio. Sono quindi necessari investimenti per riqualificare le stazioni, migliorare la funzionalità dei loro edifici, la qualità dei servizi forniti agli utenti, i livelli di efficienza energetica e lo sviluppo dell’intermodalità ferro-gomma. Il programma di investimento proposto include i seguenti interventi: Hub urbani e linee metropolitane per lo sviluppo della mobilità sostenibile: gli investimenti riguardano 9 progetti che mirano allo sviluppo, alla riqualificazione, all’accessibilità e all’efficientamento energetico di stazioni e nodi ferroviari, che fungono da hub di mobilità, e di fermate di linee metropolitane (tra cui Villa San Giovanni, Crotone, la nuova fermata di S. Maria di Settimo – Montalto Uffugo); Riqualificazione funzionale, miglioramento dell’accessibilità e intermodalità di stazioni di dimensioni medio-grandi e con alti volumi di traffico: si tratta di interventi relativi a 30 stazioni di importanza strategica dal punto di vista trasportistico e/o turistico, descritte come stazioni del circuito Easy&Smart (tra cui Lamezia Terme, Cosenza, Reggio  Calabria Lido).

Tant’è, il tutto confezionato senza un  dibattito serio su quello che doveva essere il primo pensiero della giornata, soprattutto da chi si è volutamente (infatti non glielo ha ordinato il medico) messo a disposizione  e pro-tempore come rappresentante popolare nelle assemblee elettive.

Cosicchè se non ci si sveglia dal torpore –  seppur tardivamente e con il piatto già servito – avremo zero finanziamenti e così si sarà persa anche l’ultima possibilità per realizzare opere in un territorio che ha enormi necessità, e che forse è soltanto sfortunato o ha la iattura di non saper scegliere, ovvero in ultima analisi: è costretto a tenersi il meno peggio, ma ciò spesso non basta e se ne pagheranno le conseguenze amare e durature nel tempo.

Avv. Luigi Fraia- già presidente del Consiglio comunale dell’ex comune di Rossano

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