L’INTERVENTO. Ciò che fa paura non è il virus, ma la vita reale

Carmela Cirullo

“L’uomo si distrugge con la politica senza principi, col piacere senza la coscienza, con la ricchezza senza lavoro, con la conoscenza senza carattere, con gli affari senza morale, con la scienza senza umanità, con la fede senza sacrifici”.(Mahatma Gandhi)

La politica ai tempi del Corona Virus: un test disastroso raffigurato su grafici sconcertanti di numeri che hanno un volto, un nome, un valore. Una politica senza principi che distrugge l’uomo. Uno “Stato d’emergenza “ che ha il sapore amaro di una disfatta perché ci trova impreparati, inerti, incapaci di affrontare circostanze ed eventi che nel 2020 dovrebbero essere previsti, anticipati, diretti, gestiti con quella cura, capacità politica e direttiva che chi detiene il potere ben conosce e che purtroppo diniega incentrandosi su quella crescita economica speculativa che innalza il paese verso ambite vette egemoniche, ma che in realtà sviscera le basi di essa togliendo quei servizi essenziali che sono la vera e fondamentale raffigurazione di una società “civile”ed evoluta. Se nel 1928 , Alexander Fleming, nel limite di conoscenze e tecnologie del suo tempo, portava alla medicina tra le scoperte più importanti dell’epoca (La penicillina), ci si chiede come il Covid 19 (etichettata all’inizio quasi come comune influenza) stia diventando un’arma batteriologiche impossibile da gestire. Eravamo impreparati a tutto questo… è questa la vera realtà del Covid 19… un test: di incompetenza, di decenni di mal governo, di mala gestio del bene pubblico, di scelleratezze pagate con vite umane. Anni di tagli alla Sanità Pubblica, di riduzione dei livelli minimi di assistenza, agli investimenti di prevenzione di tali disastri, alla scienza. Abbiamo aperto le porte ad una contaminazione ingestibile e disorganizzata che avrà conseguenze anguste in termini di vite, nell’ economia, nelle singole famiglie, nelle vite di ciascun individuo. Le misure di contenimento, i decreti legge, i decreti attuativi… lo stato di Emergenza, portano alla realtà la sconcertante certezza che il diritto alla salute sancito dalla Costituzione è un diritto relegato ai margini di manovre di potere, un diritto tralasciato in nome di esigenze primarie, collettive, di progresso… ma abbiamo perso il fulcro reale di ogni società civile: L’uomo… le sue libertà, i suoi diritti primari, le garanzie reali. E se nel film di Stellmann si auspica al che “Dio salvi la Regina”… il mio auspicio è che Dio salvi i Calabresi, il Meridione ed i poveri. È una guerra comune, nazionale e non, contro il virus… ma c’è chi è armato… e chi invece è lì nel campo di battaglia completamente nudo ad affrontare il nemico. Di cosa parliamo? Parliamo di 108 posti di terapia intensiva in Calabria, in raffronto a 1067 attivi in Lombardia; parliamo di più di 10anni di sanità commissariata; parliamo di una sanità calabrese inesistente; Parliamo del 4° piano di rientro per la Calabria, con un deficit di oltre 30milioni di euro; parliamo di altri tagli previsti; parliamo di un sistema federale di gestione della Sanità che ad oggi porta noi calabresi non solo ad aver paura del virus… ma alla consapevolezza di non poter essere curati; parliamo di un cittadino milanese che spende per la sanità 1961 euro a testa ed il cittadino ne paga 1800 euro dovendosi però curare altrove, detraendo quindi 126euro per pagare il conto ad altre Regioni dove il calabrese va a curarsi… per una mobilità passiva che mangia il 65% delle finanze locali. Parliamo dello specchio di una Italia che paga a duro prezzo l’aver speculato sul bene primario dell’essere umano: la vita. Non è accettabile … non più… non adesso. E ciò che fa più paura e la spicciola terminologia rapportata allo Stato di emergenza: norme comuni a difesa di tutti: tutti chi? Dove è la reale capacità di tutela del cittadino? Quali sono le misure assistenziali e di vera emergenza atte a garantire la sopravvivenza a coloro che stentavano vite lavorando part-time, stagionali o a nero? Quali sono le attuali capacità di intervento nei confronti di famiglie con conti in banca in rosso, utenze in scadenza di pagamento, approvvigionamento, cure non garantite e soprattutto non consentite se non dietro corrispettivo economico? Aziende agricole, merce invenduta, piccoli artigiani, botteghe chiuse. La vita reale è fatta di garanzie reali, non di programmi di investimento, di rientro, di titoli in borsa, di stabilità. La gente comune, i meridionali in primis non hanno più paura del virus se non della vita reale… della disperazione… della discriminazione che ci ha relegato al di fuori di ogni umana consapevolezza. Cosa sarà di noi. L’Italia è una e indivisibile… così dovrebbe essere… tutti i cittadini hanno pari dignità sociale… è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e L’EGUAGLIANZA dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana (ART.3 COSTITUZIONE). Chissà se da questa immane tragedia nazionale e non, l’individuo tornerà ad essere fulcro di ogni iter politico, sociale, economico, amministrativo… il fulcro della società che verrà. La storia del genere umano diventa sempre più una gara tra l’istruzione e la catastrofe (H.G.Wells)… Noi preghiamo affinché superata la catastrofe si pongano solide basi per una “nuova”istruzione.

Carmen Cirullo – già candidata al Consiglio regionale della Calabria

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