L’indimenticabile don Ciccio Godino, racconto di Martino A. Rizzo

Giovedì 23 febbraio ricorrono i cento anni dalla nascita dell’indimenticabile don Ciccio Godino e nell’occasione Longobucco ricorderà il suo grande parroco con una manifestazione a lui dedicata.

Rispetto alla religione cattolica si possono avere tante posizioni diverse. Si può essere fedeli osservanti e praticanti, credenti ma non osservanti, agnostici, scettici, atei, ma la figura di Godino aveva la prerogativa di mettere tutti d’accordo su una verità incontrovertibile: che don Ciccio fosse una gran bella persona. Infatti in lui convivevano con piacevole leggerezza una intelligenza viva che si sposava con una cultura profonda, una grande carica di simpatia, una naturale semplicità e questi suoi tratti lo rendevano una persona speciale che non lasciava indifferente nessuno.

Nato a Longobucco nel 1923, fin dai primi anni ’30, giovanissimo, iniziò a frequentare il Seminario Arcivescovile di Rossano e poi nella Città del Codex ricoprì molti incarichi importanti e pertanto il rapporto con Rossano e con i rossanesi, che lui conosceva ormai benissimo, uno per uno al pari dei suoi concittadini, non s’interruppe mai.

Dal vescovo Marsiglia, che resse la diocesi di Rossano dal 1931 al 1948, fu nominato vicerettore del seminario e insegnante di latino nel convitto arcivescovile. Il successivo vescovo, Giovanni Rizzo, lo volle come suo segretario particolare. Comunque fino al 1967 tanti furono gli incarichi che gli vennero affidati: canonico teologo del Capitolo della Cattedrale di Rossano, parroco a Spezzano Albanese, a Longobucco, a Tarsia, economo del seminario arcivescovile, parroco delle chiese di San Bartolomeo e di Santa Maria della Rocca di Rossano.

Importante fu anche la sua nomina a direttore del Centro Studi Teologici, istituto che persegue l’obiettivo di elevare la conoscenza teologica dei ministri di culto e di tutti i membri della Chiesa attraverso opportune azioni formative. Inoltre fu assistente della Giac (Gioventù italiana azione cattolica), mettendo la sua persona al servizio dei giovani e presidente della Caritas diocesana. Mai però trascurò gli studi. Conseguì le lauree in teologia e in lettere e alcune sue pubblicazioni sono ancora oggi punti di riferimento fondamentali per chiunque si avvicini allo studio di certe problematiche. In particolare non si possono non citare “Il problema delle raccoglitrici di olive nella piana di Rossano negli anni ’50-’60” che descrive con grande obiettività e crudo realismo lo sfruttamento fisico e morale al quale erano soggette queste lavoratrici e “Gli albanesi e la difesa del rito greco in Calabria” pubblicato nel 1971 col quale vinse il Premio Villa San Giovanni e Presidenza del Consiglio.

Nel 1967 tornò a Longobucco come arciprete e qui per trentasette anni svolse la funzione di guida dell’intera comunità, una guida non solo religiosa ma anche sociale e culturale, sempre tra la gente che lo seguiva con ammirazione e entusiasmo. Qualcuno ritiene che essere simpatici, socievoli, affabili, doti tutte presenti in don Ciccio, dipenda da qualità innate che appartengono solo a pochi fortunati, la verità per don Ciccio era invece che la sua grande intelligenza e la sua immensa cultura lo portavano ad aprirsi agli altri sempre con sincerità, trasparenza, affabilità e capacità di comprensione, rivolgendosi alle persone ogni volta con umiltà e semplicità e con quel sorriso disarmante che sul suo volto non mancava mai.

Grazie alle sue solide basi di studioso, molto importante fu anche l’impegno che profuse a Longobucco per il recupero, il restauro e la valorizzazione delle chiese che guidava. Così come da presidente della Proloco cittadina fu molto attivo nella valorizzazione della storia e delle tradizioni del suo paese.

È stato detto che l’intelligenza attrae, la simpatia piace, la cultura interessa, la dolcezza conquista e la semplicità affascina, con don Ciccio, caso raro, si è verificata la presenza di tutte queste qualità nella stessa persona rendendola perciò straordinaria. Così la mancanza si avverte ancora oggi a distanza di quasi vent’anni dalla sua scomparsa, ma il suo ricordo continua a riempiere il cuore e le menti di tutti quelli che lo hanno conosciuto e stimato.

(sul sito https://anticabibliotecacoriglianorossano.it/localita/longobucco/don-ciccio-godino/ sono presenti foto e pubblicazioni relative a don Ciccio Godino)

Martino A. Rizzo 

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C (questa settimana eccezionalmente di domenica) 

Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a

Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica

sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato

il romanzo Le tentazioni della

politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri

del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito

www.anticabibliotecacoriglianorossano.it.  Nel 2019 ha curato la pubblicazione

dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,

Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,

Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.

Da fotografo dilettante cerca di cogliere

con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio

e le sue foto sono state pubblicate anche nel volume di poesie

su Rossano Se chiudo gli occhi di Grazia Greco.

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