CORIGLIANO-ROSSANO – Non si sono chiesti se ce l’avrebbero fatta a ricostruire un Paese. Lo hanno fatto. Ricostruendo anche quella vita alla quale si erano aggrappati con disperazione pur di rivedere un po’ di pace. Non la vittoria. Ma la pace. E questo piccolo dettaglio fa una grande differenza. Il contrasto tra generazioni: da un lato quelle che hanno vissuto l’orrore delle bombe e delle guerre mondiali; dall’altro quelle di oggi che stanno vivendo e subendo il passaggio di una pandemia che fa paura e rende inermi. Con una stessa prospettiva ed uguale sorte: quando tutto finisce nulla è più come prima.
«È stato un piccolo esperimento domestico – dice Danise – nel quale ho voluto cimentarmi per dare un senso ai giorni che stiamo vivendo chiusi in casa a combattere questa guerra contro un nemico pericoloso e invisibile. Il testo del monologo, scritto dalla grande Camilla Cuparo, autrice del soggetto e della sceneggiatura di Nomi e Cognomi, film nel quale ho avuto il piacere di recitare di fianco a Maria Grazia Cucinotta ed Enrico Lo Verso, è un punto di riflessione importante su quella che è la storia di oggi. Ci dà fiducia sul futuro guardando al passato, a quello che hanno fatto i nostri padri e i nostri nonni per ricostruire una vita dopo la guerra. Ma è anche un monito a non commettere più i tanti errori, che oggi paghiamo, per i tagli sui servizi essenziali al cittadino. La sanità su tutti. Ascoltatelo – questo l’invito della giovane attrice – e ne coglierete tante sfumature per una riflessione su quello che ci aspetta domani».
(comunicato stampa)