Le donne di Capaci. Una struggente serata degli Amici dell’arte nel Chiostro di San Bernardino

Corigliano Rossano – Le cicatrici ancora aperte, il trauma dell’assenza, il fantasma del suicidio, la forza di ricominciare senza diventare assassini del ricordo: questa la storia di Alba Terrasi, Rosaria Costa e Tina Montinaro, le tre donne degli uomini della scorta di Giovanni Falcone, morti nell’attentato alla sua vita il 23 maggio 1992 sull’autostrada per Capaci. Nella serata del 30 agosto 2020, le donne della Strage di Capaci sono state ricordate e omaggiate in un evento organizzato dagli Amici dell’arte, guidati dal loro maestro letterario, il prof. Giuseppe De Rosis.

Nello scenario meraviglioso del Chiostro San Bernardino, Erminia Madeo, Aurora Mastrandrea e Anna Lasso hanno interpretato le tre donne, trasferendo nelle vene del pubblico attento la forza di donne cariche di sentimento.
Condotte egregiamente da Anna Milieni, il professore De Rosis ha intervallato le interpretazioni dando le giuste coordinate per contestualizzare i testi ascoltati. A seguire, il Canto per Francesca Morvillo di Cetta Brancato: Marcella Ferrara, interpretata con coraggio e partecipazione da Annazzurra Lucchetta, chiede alla scrittrice siciliana, rivisitata nella risposta dalla splendida intensa voce di Annelise Passerini, di scrivere su Francesca per rabbia e per sgomento.

Cetta licenzia il suo scritto come un requiem, recitato da Lella Persiani con quella voce che regala le stelle e con quella inimitabile dolcezza che entra dentro. Inappuntabile come sempre Franco Cirò, magistrale interprete di una poesia di Alda Merini su Giovanni Falcone. Di alto profilo la lettura di alcune riflessioni di Giuseppe Ayala da parte di Natalino Avolio.

Le musiche struggenti e intense sono state affidate a Gianfranco Ferrarese.
Un ringraziamento da parte degli Amici dell’arte va all’amministrazione comunale per il patrocinio e il supporto tecnico, in particolare all’assessore alla cultura e alla Solidarietà Donatella Novellis che ha presenziato e introdotto.
Un ulteriore ringraziamento a chi ha sentito il dovere di partecipare, anche come segno di rispetto a chi ha fatto olocausto della propria vita per la giustizia.

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