Le beghe della maggioranza

Mascaro

L’ostacolo ” bilancio ” è superato ma le crepe restano. Per Stefano Mascaro il percorso è più che insidioso. Ma lui ne era (e ne è) consapevole sin dall’inizio di quest’esperienza amministrativa. Rossano è una città difficile, per mentalità e interessi da gestire e oleare. Dall’ultimo consiglio comunale, la conferma dei problemi interni alla maggioranza di governo e i primi limiti di un’opposizione che incalza talvolta su questioni che fanno perdere solo tempo. Mascaro ha sul groppone la formazione e il completamento della giunta. All’appello mancano due unità: occorre assegnare le deleghe all’urbanistica e al bilancio. Roba di non poco conto. Le relazioni tra il consigliere regionale Giuseppe Graziano e il sindaco sono al momento labili. Stefano Mascaro e Giuseppe Graziano conservano rapporti di amicizia storici. E oggi la politica rischia di comprometterne la tenuta. Il primo cittadino ha bisogno di una squadra autorevole, forte, risolutiva delle problematiche. In taluni casi, il “nuovo” si rivela impreparato a soddisfare tali esigenze. Ed è questo uno dei motivi di scontro tra Mascaro e Graziano: il primo preserva l’esperienza, il secondo guarda al rinnovamento. La vicenda dell’ex sindaco Nicola Candiano è esemplificativa: l’avvocato amministrativista è nelle simpatie di Mascaro ma inviso a Graziano non tanto per ragioni personali quanto per la spinta al nuovo del movimento “Il Coraggio di Cambiare l’Italia”. La partita non è ancora chiusa. Il braccio di ferro è ancora in atto. Mascaro è uno che ascolta e sa ascoltare, ma alla fine è uno che decide con la propria testa. E di certo non è un tipo che si lascia prendere dalla giacca.

La sua cultura familiare e politica lo ha reso insofferente alle imposizioni provenienti da qualsivoglia settore. Fa leva quindi sul senso di responsabilità di ogni singolo: il bene comune appartiene a tutti, le rivendicazioni personali sono altra cosa. Dice “no” senza se e senza ma a chi voleva a tutti i costi la postazione di vicesindaco in quota al CCI, e decide anche per ragioni di equilibri di designare Aldo Zagarese in quota al Pd. Tiene in stand-by l’ex presidente del consiglio comunale Vincenzo Scarcello, poco propenso, per il momento, ad assumere incarichi di governo, almeno fino a quando non saranno chiariti i ricorsi pendenti presso il TAR della Calabria. I mal di pancia si fanno vedere e sentire. E in consiglio prendono forma.

Con i “Micciullo” non si scherza. In passato, qualcuno ci ha sbattuto il muso pesantemente. Lasciano fare, ma alla fine presentano il conto. Ed è anche salato. Il più votato del Pd (Antonio Micciullo) abbandona lo scranno poco prima delle dichiarazioni di voto sull’assestamento e gli equilibri di bilancio. Un chiaro ed evidente segnale rivolto prevalentemente al sindaco Mascaro. Che non si scompone più di tanto, sicuro delle scelte che ha operato.

I malumori si avvertono anche in altri settori della maggioranza, ma allo stato si predilige la strada del contenimento. Non a caso è in atto una sorta di campagna acquisti nella minoranza, al fine di tamponare una eventuale falla contabile. In settimana sono apparse indiscrezioni, poi smentite dal diretto interessato, di un eventuale sostegno esterno (fatto passare come atto di responsabilità nell’interesse della città) del sindaco uscente Giuseppe Antoniotti, il quale avrebbe avuto un incontro finanche con il Consigliere regionale Giuseppe Graziano, colui che ha promosso e portato a termine lo scioglimento anticipato proprio dell’esperienza Antoniotti. Come spesso accade, la politica è in continua evoluzione, oramai ci si può aspettare di tutto e di più. Mostra i muscoli in consiglio Titty Scorza, che abbandona il Pd per dare vita al primo gruppo misto. Le accuse rivolte al partito di Renzi contengono motivazioni gravi, rese pubbliche dalla stessa Scorza non solo nel corso dei lavori consiliari ma anche in una nota diffusa alla stampa. I silenzi alle tesi infamanti della onorabilità del partito di Tonino Caracciolo contro i Dem non sono condivisibili, occorreva dare una risposta senza infingimenti. Si suppongono d’altronde reati gravi come la corruzione elettorale.

Falle anche nella conduzione e nella gestione delle trattative per quanto attiene la nomina delle commissioni permanenti e alcuni vizi nei criteri di gestione. Oltre a far rilevare i comportamenti del capogruppo Micciullo e del consigliere Topazio. La situazione non è delle migliori anche e soprattutto dal punto di vista finanziario.

Bisogna attivare la politica dei tagli alla spesa pubblica. Le opposizioni invitano a dare uno sguardo alla società di riscossione tributi e alle indennità ricadenti sul personale comunale. Al fine di reperire i fondi destinati alla programmazione dell’Estate rossanese, si è reso necessario attingere al fondo di una polizza assicurativa pari a circa 80mila euro. Che diventa inutile se si considera che non vi sono agenzie assicurative disponibili a sobbarcarsi un onere pesante quale può essere il capitolo dei contenziosi.

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