La scuola si apre all’evoluzione dell’ informatizzazione

L’acronimo Tic identifica l’insieme delle tecnologie che consentono il trattamento e lo scambio delle informazioni, siano esse testuali, visive o sonore, in formato digitale. L’ informatizzazione ha portato profondi cambiamenti nella società, non solo a livello economico, ma anche sociale. Nello spazio di una generazione si è passati ad un mondo in cui le dinamiche, le metodologie e i canali di informazione si sono moltiplicati, creando difficoltà di comprensione e di comunicazione intergenerazionale; di conseguenza, nuovi problemi nell’educare e formare i giovani. La scuola è uno dei luoghi principali dove investire per promuovere la digitalizzazione accelerando il cambiamento di mentalità. La complessità che contraddistingue la società in cui viviamo impone che la scuola si faccia carico della formazione del giovane che si trova disorientato di fronte agli input che caratterizzano la modernità e di fronte alle tipologie dei saperi che gli vengono imposti.
Ed è in questo ambito che si colloca il progetto avviato dai licei di Corigliano afferente a questa importante tematica. “L’intervento del progetto – si legge in una nota diffusa dalla scuola – consentirà un miglioramento degli ambienti per la didattica combinando altresì l’esigenza di uniformarsi alle richieste sempre più pressanti dell’era digitale. La scuola non può, infatti, trascurare i profondi mutamenti che la diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione sta producendo nel modo di relazionarsi con la gente, e deve assumere un ruolo strategico nell’educare le nuove generazioni, sia proponendo tecnologie della comunicazione come strumento in grado di potenziare lo studio e i processi di apprendimento individuali, sia aiutandoli ad utilizzarle in modo eticamente corretto e consapevole. Il potenziamento degli ambienti scolastici con dispositivi e tecnologie adatte a diffondere modelli didattici innovativi legati proprio all’uso delle nuove tecnologie è oggi un primario obiettivo”.

Fonte: La Provincia di Cosenza

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