La recita del Santo Rosario ai Pileri in dialetto rossanese, racconto di Martino A. Rizzo

“Ohi Mamma e ri Pileri / sta in troni e maestà / e sa grazia ca ti cerchi / mi le fari per carità. / Fammila o gran Regina / u sacci certi ca ma po’ fare / e pe chiddu santu numi / chi t’ha misa a Trinità. / Scinna n’angelu e ru cielo / e ti veni annunzià / e ti fici Madre e Dio / fammi a grazia Maronna mia”. 

Questo è uno dei canti che accompagna la recita del Santo Rosario nella chiesina della Madonna del Pilerio a Rossano; strettamente in rossanese, con Pituzza, una fedele del rione, che guida gli altri fedeli nelle preghiere.

La chiesina della Madonna del Pilerio, o della “Maronna e ra porta” è una delle chiese più antiche di Rossano, posta vicina ai quartieri popolari di San Marco, di Sant’Anna e di Fica, sulla strada che conduce al torrente Celadi, strada che un tempo era protetta da una delle porte della città, la Porta Rupa. In origine (X-XI secolo), la chiesa, con la classica struttura bizantina che conserva tuttora, era dedicata a S. Angelo di Tropea. Poi intorno al 1600 venne ricostruita e dedicata alla Madonna del Pilerio. La parola “pilerio” potrebbe derivare dalla parola greca puleròs che sta a significare guardiania e quindi custodia della città e anche delle sue porte.

Infatti, nel 1576 la Madonna del Pilerio aveva salvaguardato la città di Cosenza dall’epidemia della peste e così in tutta la provincia si era creato uno spirito di grande devozione verso questa Madonna, devozione che con molta probabilità portò i rossanesi a dedicarle la chiesina rinnovata proprio in quel periodo e collocata a guardia di Porta Rupa. A sostegno di questo accostamento tra la Madonna del Pilerio di Cosenza e quella di Rossano, oltre alla coincidenza delle date storiche che si aggirano intorno al 1600, c’è che il quadro dell’immagine della Madonna, del 1837, che fu collocato nella chiesa di Rossano, rappresenta, come la Madonna del Pilerio di Cosenza, una Madonna del Latte, o galactotrofusa.

Questioni storiche a parte, la Chiesa ritorna viva nel mese di maggio con la recita pomeridiana del Rosario e a seguire con la celebrazione della Messa, in preparazione della festa che si tiene ogni 24 maggio. Vi prende parte circa una ventina di fedeli, gente del quartiere, del “vicinanzo”, dei rioni prima citati, persone semplici che testimoniano con la loro presenza la devozione verso la Madonna e l’attaccamento alla storica chiesina. D’altra parte lì dentro tutto è semplice: l’ambiente, l’altare, le statuine, le sedie impagliate e così anche le persone. Quanta differenza con la sontuosità della Cattedrale o con la grandiosità di San Bernardino o di San Domenico. Qui c’è solo una comunità di gente semplice, una comunità che ricorda la Chiesa delle origini e che esprime la propria fede anche in dialetto rossanese, la propria “lingua madre”. Questo popolo è la vera grandezza dei Pileri perché ne rappresenta il cuore più autentico. E questa semplicità riesce a toccare i sentimenti più di un concerto di musica sacra magistralmente eseguito e trasforma la partecipazione di ognuno in un processo di catarsi.

Pertanto in una chiesina sull’orlo del precipizio delle “timpe”, con la verde montagna di Santa Maria delle Grazie di fronte, sotto un bel cielo sereno, con il Rosario recitato da persone genuine con l’intermezzo di litanie rossanesi, ci si rende conto delle grandi potenzialità delle “gioie semplici” e della ricchezza data dai tesori naturali di cui si è circondati, ovviamente se lo sguardo interiore ha la capacità di fare propria la bellezza dei gesti spontanei, delle parole schiette e degli allegri fiorellini colorati che ci regalano i campi rossanesi nel mese di maggio.

PS. È possibile vedere le foto della Chiesa e i video sulla recita del Rosario sul sito: https://anticabibliotecacoriglianorossano.it/chiese-di-rossano/la-chiesina-della-madonna-del-pilerio-e-la-recita-del-santo-rosario-nel-mese-di-maggio/

Martino A. Rizzo

 

I racconti di Martino A. Rizzo. Ogni mercoledì su I&C

Martino Antonio Rizzo, rossanese, vive da una vita a

Firenze. Per passione si occupa di ricerca storica

sul Risorgimento in Calabria. Nel 2012 ha pubblicato

il romanzo Le tentazioni della

politica e nel 2016 il saggio Il Brigante Palma e i misteri

del sequestro de Rosis. Nel 2017 ha fondato il sito

anticabibliotecacoriglianorossano.it. Nel 2019 ha curato la pubblicazione

dei volumetti Passo dopo passo nella Cattedrale di Rossano,

Passo dopo passo nella Chiesa di San Nilo a Rossano,

Le miniature del Codice Purpureo di Rossano.

Da fotografo dilettante cerca di cogliere

con gli scatti le mille sfaccettature del paese natio

e le sue foto sono state pubblicate nel volume di poesie

su Rossano Se chiudo gli occhi.

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